È comparso sul numero di Topolino di ottobre un curioso cameo su “Christian e Carlo papà per scelta”. Nell’intervista ai due uomini si fa costantemente riferimento alle attività che i “due papà” svolgono con i loro “figli” (ma sappiamo benissimo che i due bambini non possono essere figli biologici di entrambi…)
In particolar modo si parla dei festeggiamenti legati ad Halloween, in cui raccontano del clima di festa che vivono coi loro figli, quando li accompagnano per il tradizionale giro in cui i bambini chiedono dolci o piccoli doni. In questa carrellata di giochi e divertimenti, ad un occhio attento non sfuggono, però, diversi elementi contenuti in questa intervista.
Innanzitutto la sfacciata nonchalance con cui viene presentata questa coppia di “due papà”, come se fosse la cosa più naturale del mondo e poi balza all’attenzione l’assordante assenza della mamma. Infatti il fulcro dell’intervista riguarda i giochi e i gusti dei bambini, mentre il fatto più macroscopico viene fatto passare volutamente in secondo piano.
In questo caso è il linguaggio a fungere da “edulcorante” alla notizia: si utilizza uno stile discorsivo, giocoso, accattivante, che strizza l’occhio all’immaginario fantastico e festoso dei bambini e nel frattempo si fa andare giù ai lettori che, in questo caso, l’assenza della figura materna che non si sa e non si vuol dire che fine abbia fatto, è perfettamente normale. Si abituano così i bambini a pensare che esiste il “diritto al figlio” a discapito proprio dei più piccoli e che, addirittura questo tipo di genitorialità può essere addirittura migliore, perché i due sono “papà per scelta”, come si legge nel titolo.
Insomma il problema della verità non viene nemmeno posto per sbaglio, tutto dev’essere finalizzato a convincere e diffondere una certa visione della famiglia e della sessualità, a partire dalle fasce d’età più basse, perché, si sa, bisogna “raddrizzare la pianta finché è piccola”.