Questo è un fotogramma di una pellicola cinematografica girata in Italia (di pubblico dominio poiché il copyright è scaduto) e, anche se fa un po’ impressione, tranquilli: è tutto finto. Ma c’è chi dice sia normale fare sesso con cadaveri veri.
Anzi, il bioeticista sudafricano Tauriq Moosa sostiene che fare sesso con i morti non dovrebbe essere considerato immorale.
Moosa crede che il rispetto dei morti sia una fissazione di chi sostiene che gli esseri umani – tutti e ciascuno – abbiano un valore unico. Nel suo articolo “Is Necrophilia Wrong?” (La necrofilia è sbagliata?) sostiene che il sesso con i cadaveri è mal visto perché è considerato un abusare o mancare di rispetto verso i morti. Ma l’offesa – dice lui – non è nei confronti dei morti. Siamo noi vivi a sentirci offesi se a quel morto eravamo affezionati. “I nostri cari morti diventano, essenzialmente, nostra proprietà. Proprio come non vorremmo che qualcuno irrompesse in casa nostra e facesse sesso con il nostro tostapane, così non vorremmo lo stesso per i corpi dei nostri cari defunti”.
Bisognerebbe quindi abolire la necrofilia: il termine in sé è errato. In taluni casi si può al massimo configurare una violazione dell’altrui proprietà.
Il considerare il corpo umano una cosa è ormai fatto comune: si montano e si smontano i vendono i bambini piccoli sotto forma di embrioni, si comprano e si vendono quelli un po’ più grandini – i neonati – e le loro mamme con l’utero in affitto. Si possono amare i bambini e si può far sesso con loro (purché non si fa loro del male, però...), secondo le più moderne tendenze pro pedofilia, si può usare il corpo proprio e altrui al fine di cavarne meccanicamente un orgasmo, in nome del sesso libero.
Conseguentemente, il fatto che il suddetto corpo sia vivo o morto, in effetti, cambia poco. La necrofilia è solo uno dei “tabù” che bisogna abbattere.
Del resto già si paga il biglietto per vedere le orrende mostre di cadaveri itineranti, imbalsamati , anzi plastinizzati, e messi in belle pose... (e chi sospettava che si trattasse di cadaveri di condannati a morte dal Partito Comunista Cinese è stato messo a tacere).
Fondamentalmente Moosa e quelli come lui credono che gli esseri umani non siano proprio niente di più che “grumi di cellule”, pura materia che chi può manipola a suo piacimento. E quelli a cui tocca essere manipolati, peggio per loro. Ovvio che quelli come Moosa ci considerano folli e retrogradi, noi che ancora ci opponiamo all’eutanasia e all’aborto. “Gli adulti possono fare ciò che vogliono con i loro corpi”.
Noi diciamo che trattare i morti con rispetto non solo valorizza il “chi” fosse stato quel defunto nella vita, ma esalta l’importanza e l’unicità di ogni persona umana.
Ma questi discorsi vanno bene solo per gli oscurantisti come noi di ProVita, cari Lettori. Non vogliamo proprio “modernizzarci” e non vogliamo capire che – in fondo – chi fa sesso con i morti deve essere libero di farlo: “Love is Love”!
Alba Mustela
Fonte: Lifenews