Immaginiamo di essere una bambina di soli 11 anni, all’alba della pubertà ma pur sempre piccola. Immaginiamo di avere tra le nostre bambole l’immancabile principe azzurro e di sognare un corteggiamento cavalleresco da un uomo valoroso. Galanteria, coraggio, virtù, sacrificio... tutto ci aspetteremmo da quest’uomo, meno che inganno: una promessa d’amore, ma in realtà voleva solo sesso.
Era “paralizzata dalla paura e non in grado di difendersi”. Questo afferma su Mediapart la madre della bambina francese dopo la telefonata della figlia, tratta in inganno da un ventottenne che più volte l’aveva avvicinata all’uscita da scuola. Aveva promesso alla piccola che le avrebbe insegnato a baciare, l’ha blandita l’ha indotta a fidarsi, l’ha convinta a entrare in casa e le ha insegnato “tutto” sul sesso...
Appresa la sconvolgente notizia, la madre ha subito denunciato il ragazzo per stupro, ma i giudici, hanno ritenuto che ciò che si è consumato in casa del ventottenne, in assenza di minacce o violenza, non è uno stupro, bensì un generico reato sessuale.
La piccola avrebbe “consensualmente” accolto l’invito del giovane a fare sesso con lui, priva della minima coercizione, e quest’ultimo, che per un atto di violenza avrebbe rischiato una condanna a 20 anni di carcere, potrebbe rimanere in prigione per soli cinque anni.
Ci troviamo senza dubbio di fronte all’ennesimo scandalo che ha come vittima una creatura tra le più deboli e come responsabili non solo chi le ha fatto del male fisico ma anche chi ha preso sotto gamba la vicenda. Come si fa a pensare che una bambina impaurita possa essere stata consenziente quando, sola e indifesa, era tra le mani di un adulto e chiusa nella sua casa? Come si fa a giudicare questo un reato sessuale qualunque e non un atto di violenza, abuso, pedofilia? Il consenso giustifica qualsiasi cosa?
Vogliamo aprire gli occhi sulla gravità di queste vicende o preferiamo continuare a credere semplicemente che “chi tace acconsente”? Eh già, perché a rimetterci sono sempre i “senza voce”, vilmente messi a tacere e calpestati nei loro diritti, tra i quali, primo fra tutti, c’è quello alla vita.
Oppure vogliamo spostare la finestra di Overton su chi abusa dell’innocenza e della ingenuità dei bambini, perché – in fondo – fare sesso con i bambini “non è poi così grave”?
Luca Scalise
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