Apriti Cielo è un festival per bambini e ragazzi che da anni rappresenta la punta di diamante degli eventi estivi di Pontassieve, in provincia di Firenze. «Per questo quando ho visto in calendario, seppur come evento pre festival, lo spettacolo “La Romanina” con al centro il tema del cambiamento di sesso, non ho potuto tacere». Sono le parole di Cecilia Cappelletti, consigliere metropolitano di Firenze della Lega, che dopo aver sollevato il caso, avvenuto a metà luglio, è stata raggiunta dai microfoni di Pro Vita e Famiglia.
Cappelleti ha spiegato: «Lo spettacolo non era propriamente inserito all’interno del calendario della manifestazione ma era una sorta di evento collaterale; però figurava sempre nell’ambito del programma rivolto a un pubblico molto molto giovane. Purtroppo l’amministrazione comunale non è riuscita a pensare ad altro da offrire nelle sere d’estate ai nostri bambini e ai nostri ragazzi. Insomma: una manifestazione da sempre considerata il fiore all’occhiello dell’estate pontassievese, per l’opportunità che offre alle famiglie di vivere momenti di teatro e cultura con i propri figli, è stata utilizzata per meri fini propagandistici della solita cultura gender».
Lo spettacolo è poi andato in scena e la questione è stata lasciata un po’ cadere dalla politica locale. «Certo è che voler snaturare questa manifestazione con questo tipo di spettacolo – racconta - non ha avuto senso. Io ho una figlia cresciuta con questo appuntamento estivo che è sempre stato in linea con il divertimento per famiglie: mai mi sarei sognata di mandarla in questa occasione e questo dimostra come per le famiglie non sia una scelta naturale ma un qualcosa di totalmente estraneo al normale calendario. Una vera forzatura».
Lo sfogo di Cappelletti ha avuto un seguito e un successo anche sui social dove molta solidarietà è stata espressa da abitanti e cittadini, anche distanti politicamente rispetto a lei, che però sul tema non transigono: «Mi ha fatto piacere che in molti hanno apprezzato la mia denuncia, vuol dire che c’è una sensibilità su questi temi che è trasversale. Bisogna continuare a denunciare queste ideologie inserite nei percorsi di crescita formativi».