E’ una prima volta, forse storica: la causa di una ragazza detransitioner contro i medici che l’avrebbero “spinta” a cambiare sesso è stata accolta e per questo ora i medici saranno portati in Tribunale.
Lei si chiama Prisha Mosley e, come riporta Fox News, nel luglio 2023 ha deciso di denunciare i suoi medici per aver incoraggiato la sua transizione di genere al fine di superare i suoi problemi mentali. Come lei stessa denuncia, quando si rivolse ad un’equipe medica per tentare un percorso di miglioramento dei suoi problemi psicologi le hanno piuttosto suggerito «che iniettare grandi quantità di testosterone nel suo corpo l’avrebbe fatta stare meglio», così come, sottolinea lei stessa, «mi hanno incoraggiato a un intervento chirurgico per rimuovere il seno. Nessun sostegno compassionevole, spiega.
Una volta intrapreso quel percorso, però, non si è verificato nessun miglioramento psicologico; tutt’altro. E così la giovane ha deciso di tentare le vie legali per avere giustizia. L’accusa per questi medici, accolta dal giudice Ervin della Carolina del Nord negli Stati Uniti, e per le strutture sanitarie coinvolte, è truffa e associazione a delinquere mentre è stata respinta, tra le altre, l’accusa di negligenza medica.
Quello di Mosley, dunque, è ufficialmente il primo caso accolto dai giudici da parte di una giovane che ritiene di aver subito una sorta di spinta psicologica con l’obiettivo di arrivare a una transizione di genere. Ed è il primo caso, dunque, che riguarda una detransitioner, cioè persone che dopo aver intrapreso una transizione per cambiare genere se ne pentono e iniziano un percorso per poter tornare indietro. I casi, però, di persone che lamentano problemi di salute, sia fisica che psicologica, a seguito di questo tipo di pressioni e in seguito alla realizzazione della transizione di genere, sono sempre di più. Del resto, come abbiamo visto, l’ideologia che spinge al cambio di sesso si insinua sempre più nei bambini, ad un’età evidentemente troppo precoce per comprendere effettivamente anche solo in parte la gravità della decisione, a causa di pubblicità e pressioni psicologiche e sociali sempre più forti, perpetrati già all’interno delle scuole con le attività pro ideologia gender purtroppo spesso e volentieri promosse e finanziate anche da amministrazioni locali e dalla politica.
Il caso di Mosley potrebbe ovviamente aprire a valanga tutta una serie di denunce e futuri procedimenti contro medici compiacenti e ideologizzati che, finalmente, potrebbero dare giustizia alle vite di tutte queste persone ingannate dall’ideologia gender.