Se avrete la bontà di leggere questo post fino in fondo vedrete i progressi che fa la scienza con le cellule staminali adulte, senza distruggere alcun embrione: progressi che agli occhi dei non addetti ai lavori appaiono veri e propri miracoli.
Eppure il principale motivo per cui si invoca la liberalizzazione della ricerca sugli embrioni è “il bene del progresso e della ricerca”, “per curare e sconfiggere le malattie”, soprattutto attraverso le cellule staminali (embrionali).
E perciò è necessaria una triste premessa: centinaia di migliaia di bambini allo stato embrionale, congelati, sono destinati a morte certa e sono comunque sacrificati inutilmente.
In Spagna ci sono 230.000 embrioni congelati dei quali non si sa che fare. Darli in “adozione”(che è comunque immorale) è difficile perché la gente li vuole “freschi” e vuole scegliere i titolari del DNA dei gameti che li hanno originati in base ai propri gusti (giovane età, aspetto fisico, intelligenza...). Per poterci fare esperimenti (da dottor Frankenstein), la legge dice che bisogna aspettare 10 anni: un’esagerazione. Quante cellule staminali sarebbero a disposizione subito per “curare le malattie”! E perché non venderli all’estero, dove non bisogna aspettare tanto tempo?
In Inghilterra gli scienziati protestano perché la legge impone il limite di 14 giorni di sviluppo dell’embrione, per poterci studiare sopra. Poi vanno distrutti. Sarebbe opportuna invece – secondo loro – almeno un’altra settimana. Quanti progressi farebbe la scienza potendo smembrare un bambino allo stato embrionale di 28 giorni! (... e perché non 38?... 48? ...3 mesi?... 6 mesi? In fin dei conti nel Regno Unito fino a 24 settimane si può abortire. Quindi quello è un grumo di cellule, no?).
Non è un grumo di cellule, ma è un bambino. Certo. Va ribadito sempre e con forza che quel “grumo di cellule” è una persona: piccola, invisibile, ma già completa nella sua interezza. Così come Tizio è “diverso” a 1 anno o a 50 anni, così è “diverso” il giorno del concepimento: ma è sempre lui.
E veniamo ora al tema delle cellule staminali.
Bisognerebbe ricordare a tutti gli “scienziati” che invocano la necessità di fare ricerca sugli embrioni perché “servono” le cellule staminali embrionali, che la scienza vera e la cruda realtà dei fatti depongono diversamente.
Oltre 60.000 persone ogni anno ottengono cure efficaci con trattamenti a base di staminali adulte. Con le staminali embrionali sapete quanti? Zero, nessuno.
Le cellule staminali embrionali, che si possono usare solo distruggendo il bambino allo stato embrionale, appunto, dopo più di 30 anni di ricerca e di piccoli dimenticati omicidi, fino ad oggi non hanno dato alcun risultato: nessuno è stato curato con successo da cellule staminali embrionali: per loro stessa natura, hanno una tendenza a incessante alla crescita che provoca la formazione di tumori. Quindi mettono in pericolo la vita del malato, anziché curarlo.
Anche alcuni fautori della ricerca sulle cellule staminali embrionali cominciano ad ammettere il fallimento. Il California Institute for Regenerative Medicine, che ha speso circa 3 miliardi di dollari di dollari dei contribuenti inutilmente per la ricerca sulle staminali embrionali e la clonazione umana (che è il vero motivo per cui si vuole fare esperimenti sugli embrioni), ha chiesto di recente il finanziamento per lo studio sulle cellule staminali adulte, non-embrionali, perché solo su quel fronte potranno mostrare qualche risultato ai contribuenti stessi.
Le staminali adulte, invece, danno buoni risultati e non creano alcun problema etico: sono cellule iPS (cellule staminali pluripotenti indotte, cioè cellule adulte – per esempio della pelle – che vengono fatte regredire a livello tale che possono essere impiegate anche in altre parti del corpo umano, come fossero embrionali). Queste staminali adulte possono essere ricavate da quasi qualsiasi cellula normale.
I primi trapianti, utilizzando le staminali adulte presenti nel midollo osseo, sono stati fatti decine di anni fa. Negli anni ’90 i medici hanno cominciato a creare le cellule staminali adulte, senza più dover necessariamente utilizzare il midollo osseo. Oggi centinaia di pubblicazioni peer-reviewed dimostrano che le cellule staminali adulte continuano a conseguire successi in svariati campi della medicina.
Al Cedars-Sinai Hospital di Los Angeles hanno utilizzato le staminali prelevate dal cuore dei pazienti, coltivate in laboratorio e poi iniettate di nuovo nel cuore dei pazienti stessi, riparando i danni dell’infarto. Gli scienziati di Yale con le staminali del midollo osseo di una ragazza hanno riparato un suo problema cardiaco congenito. E i medici del Texas Heart Institute di Houston hanno ottenuto risultati probanti analoghi.
Gli scienziati della University of Pittsburgh School of Medicine hanno dimostrato che le cellule staminali adulte prelevate dai muscoli di topi giovani sono in grado di migliorare la salute e di prolungare la vita dei topi anziani.
Il nostro dottor Paolo Macchiarini, professore presso il Karolinska Institute di Stoccolma, in Svezia, è riuscito a rigenerare intere nuove trachee per almeno otto pazienti con cancro o altri problemi tracheali, partendo da staminali del midollo osseo degli stessi pazienti. (Si tratta di medicina rigenerativa a livello ancora sperimentale: gli interventi alla fine non sono stati risolutivi, rispetto alla salute dei suddetti pazienti. Anzi le autorità svedesi stanno indagando se al dottore – che ora lavora in Russia – si possa imputare alcuna colpa).
In Francia hanno dimostrato che un paio di cellule staminali adulte potrebbero essere utilizzate per far crescere in laboratorio i globuli rossi sufficienti per una trasfusione.
E per vedere tanti altri successi ottenuti con le staminali adulte per gli occhi, il Parkinson, le lesioni alla colonna vertebrale, la paralisi cerebrale, malattie ai reni, lupus, sclerodermia e altro ancora potete visitare il sito www.stemcellresearchfacts.org e il portale del Lozier Institute.
Francesca Romana Poleggi
Fonte: LifeNews
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