Una madre britannica ha vinto una storica causa, arrivata a conclusione con un’altrettanto storica sentenza, presa dall’Alta Corte, per impedire che il figlio della donna - che si crede del sesso opposto - venga curato al di fuori del servizio sanitario nazionale tramite cliniche private.
L'ordinanza - seppur provvisoria - impedisce all'ex marito della donna di consentire alla quindicenne di ricevere cure private per transgender e costituisce un precedente per i casi in cui i genitori divorziati non sono d'accordo su quale trattamento dovrebbe essere riservato a un bambino che crede di essere transgender, dunque del sesso opposto a quello biologico di nascita.
La madre aveva intentato la causa perché temeva che la sua «adolescente bella, intelligente, divertente e che però si dichiara non conforme al genere» potesse essere indirizzata rapidamente verso un trattamento che cambia radicalmente la vita con farmaci che bloccano la pubertà. La donna, infatti, crede che la bambina dovrebbe essere curata dal servizio sanitario nazionale poiché è stata «incoraggiata dall’approccio cauto» e non, al contrario, spinta nelle mani e nelle grinfie delle cliniche private che invece veicolano un approccio affermativo e radicale, tutt’altro che cauto.
Fonte: The Times