I siti specializzati sono costretti a parlare di «sorpresa». Non si capisce quanto gradita o meno, dal loro osservatorio: ma poco importa. Quello che conta è che il nuovo film di Jim Caviezel protagonista di Sound of Freedom, distribuito da Angel Studios nelle sale cinematografiche americane dal 4 luglio, sta sbancando il botteghino.
Distribuito in oltre 2500 sale, ha infatti incassato ben 11,5 milioni di dollari (ha raggiunto i 14 in due giorni), a soli 200.000 dollari da pellicole gettonatissime come Indiana Jones e il Quadrante del Destino. A sei giorni dall’uscita i milioni di dollari raccolti sono saliti a 40.
Una testata come Variety ha scritto di «successo improbabile» che sta «salvando il botteghino». Il Washington Post ha rimarcato il fatto che si tratti di un prodotto a basso budget, ma che è indubbiamente «un successo». Anche il Guardian ha di fatto incensato questo film, raccontato come una pellicola «che seduce l’America». D’accordo, ma cosa sappiamo di Sound of Freedom? Perché piace tanto? Sicuramente un elemento di forza è il fatto che l’opera di basa su una storia vera: quella che una decina di anni fa ha visto Tim Ballard, agente della Homeland Security, lasciare il lavoro insieme ad un certo numero di ex agenti del governo per fondare Operation Underground Railroad (O.U.R.), che lavora in tutto il mondo e in collaborazione con le forze dell’ordine per salvare i bambini dalla schiavitù e dallo sfruttamento.
Al centro dell’intera storia un’esperienza capitata a Ballard stesso, il quale, dopo aver salvato un ragazzino da una banda di trafficanti di droga, scopre che la sorella del bambino è ancora prigioniera. Di qui la sua scelta di mettersi in gioco, pur di salvare la piccola, per un viaggio rischioso attraverso la giungla colombiana. Ballard è interpretato da Jim Caviezel, il quale è stato molto chiaro nel descrivere l’importanza di questo film per lui: «È il mio miglior film dopo La Passione di Cristo». Dialogando con la Catholic news agency (Cna), Caviezel ha sottolineato di quanto sia stato attratto dalla figura di Ballard con cui, per calarsi perfettamente nel ruolo, ha passato parecchio tempo ad allenarsi nel combattimento ravvicinato, arrivando persino a seguirlo in missione per osservarlo da vicino e in modo “metodico”.
Caviezel ha detto che, dopo aver visto il film, spera il pubblico possa lasciare la sala «con un cuore nuovo». Questo perché la pellicola stessa ha rinnovato nell’attore, che è credente, l’importanza della lotta tra bene e male. «Stavo pregando l’altro giorno», ha rivelato sempre alla Cna l’attore, «e ho detto: “Possiamo amare i figli di Dio più di quanto temiamo il male? Possiamo amare Gesù più di quanto temiamo la croce?” E questo è il problema dei cristiani di oggi: che vogliono seguire la strada più facile, ma in un mondo che cambia, ad un certo punto sei costretto a prendere una decisione».
Sound of Freedom è previsto arrivi nelle sale italiane in autunno. Inutile dire che il fatto che questo film indipendente sia già un caso aiuterà il lancio della pellicola anche nel Belpaese. Del resto, già da solo Jim Caviezel è una garanzia. Basti qui ricordare che La Passione di Cristo è stato un successo da centinaia di milioni di dollari, che ne ha incassati 20 solo nella nostra penisola. Che Sound of Freedom possa replicare un simile boom? Non si può ancora dirlo. Di certo, visto quanto sta facendo parlare di sé negli Stati Uniti, non è un film che passerà inosservato.