24/02/2022 di Luca Volontè

Termini gender neutral. Ecco come danneggiano le donne e persino la loro salute

Una nuova ricerca, elaborata dai principali ricercatori sulla salute delle donne delle prestigiose  King's College di Londra e Harvard,  ha dimostrato come i termini neutri rispetto al genere possono essere sessisti e causare "un'insidiosa discriminazione contro le donne".

Lo studio ha rilevato che l'introduzione di termini come "birth-givers" (ovvero colui che dà alla nascita) corrono il rischio di disumanizzare le donne. Gli studiosi hanno sostenuto che cambiare il linguaggio con l'obiettivo di essere più inclusivi nei confronti delle persone transgender può finire per avere "conseguenze non intenzionali che hanno gravi implicazioni". Gli autori del documento avvertono che la normalizzazione di tale terminologia ‘neutra’ potrebbe mettere a repentaglio decenni di lavoro per migliorare i pregiudizi di genere, in particolare nella medicina e potrebbe mettere addirittura a rischio la salute delle donne.

Il documento, infatti, afferma: "La desessualizzazione del linguaggio della riproduzione femminile ha l'obiettivo di essere sensibile alle esigenze individuali. Eppure, questa gentilezza ha prodotto conseguenze non volute che hanno serie implicazioni per le donne e i bambini". Tra le conseguenze ci potrebbe essere anche "la diminuzione dell'inclusività generale" e, appunto, la "disumanizzazione" delle donne. Descrivere le donne incinte come "'gestational carrier' o 'birther' emargina la loro umanità" e ritorna alle idee "sessiste" delle donne come fossero degli uomini falliti.

Uno dei dieci autori del documento, la professoressa Jenny Gamble, ha detto che l'identità di genere non dovrebbe essere confusa con il sesso biologico in quanto potrebbe portare a "conseguenze sulla salute e a una discriminazione più profonda e insidiosa contro le donne". La professoressa Gamble, docente di ostetricia presso il Centre for Care Excellence dell'Università di Coventry, parlando al Sydney Morning Herald, ha detto che la tendenza a cancellare la parola 'donne' ha iniziato a filtrare nel mondo, aggiungendo che "il modo in cui il Regno Unito si è mosso per cancellare l'uso del linguaggio sessuato è stato rapido ed estremo".

I ricercatori, inoltre, sostengono che le donne incinte e le neomamme "hanno vulnerabilità uniche e richiedono protezione particolari". Gli autori notano che le donne sono quelle più  sproporzionatamente colpite dal "linguaggio desessualizzante" che, invece, per i maschi "si verifica meno frequentemente".

Pur concentrandosi sul parto e la maternità, gli autori notano che le questioni sono "rilevanti per altre situazioni in cui il sesso è centrale, tra cui: violenza domestica, aggressione sessuale, aborto selettivo del sesso e infanticidio, mutilazione genitale femminile, tumori ad apparati riproduttivi e altre condizioni specifiche del sesso". In conclusione, gli autori dell'articolo affermano che: "Nel mezzo dell'attuale movimento per desessualizzare il linguaggio, noi sosteniamo che se le donne e le madri non vengono nominate, diventa più difficile difendere efficacemente la loro causa; le 'donne' scompaiono in 'persone' e le 'madri' scompaiono in 'genitori'. Questo cambia inevitabilmente l'attenzione".

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