Prenatalsafe: ultima frontiera del test prenatale, tutto italiano, per rilevare anomalie genetiche nel bambino ancora nel ventre materno.
Si tratta di un esame ematico della madre, circa alla decima settimana di gravidanza: attraverso l’analisi del DNA, si possono riscontrare eventuali anomalie nel nascituro sfruttando le tracce del suo patrimonio genetico in circolo nel sangue della donna.
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Pur essendo il test indirizzato a tutte le anomalie genetiche, particolare attenzione viene rivolta nei confronti della sindrome di Down, certamente la più frequente tra tutte.
Il test è sicuro per il bambino e per la mamma. A differenza dell’amniocentesi, per esempio, non comporta rischi di aborto causati proprio dall’operazione. Questo è uno degli aspetti che fanno di questo studio un progetto molto interessante.
Ma il classico rovescio della medaglia è che, proprio “grazie” a tale nuova via, le potenzialità di morte per questi bambini aumentano esponenzialmente: in un sistema sanitario che investe molto di più nella ricerca diagnostica della sindrome di Down invece che concentrarsi anche sulla cura, a quante donne verrà messo il dubbio sulla propria gravidanza? A quante di queste verrà spiegato quanto sia crudele mettere al mondo un bambino con anomalie genetiche? E in quante di queste il dubbio attecchirà a tal punto da trovare una soluzione solamente nell’aborto?
La diagnosi è un aspetto fondamentale nell’ambito medico ma se collegata alla cura, non alla selezione eugenetica.
Redazione
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