«L’uso compulsivo di TikTok è correlato con la perdita di capacità analitiche, lo sviluppo della memoria, la profondità di conversazione, l’empatia e con l’incremento dell’ansia». È quanto trapela dai documenti interni prodotti dagli stessi sviluppatori della nota piattaforma social cinese a seguito di una denuncia congiunta di 14 Stati americani. E in effetti i dati che arrivano d’Oltreoceano relativi all’abuso di TikTok tra i figli della Generazione Z nati tra il 1997 e il 2021 sono tutt’altro che rassicuranti, anzi le ricadute sulla salute psicofisica di bambini e adolescenti destano molta preoccupazione.
Uso compulsivo: i dati allarmanti
I teenagers americani che si dicono depressi sono oltre il doppio rispetto al 2010 e si riscontrano i medesimi numeri rispetto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni che accusano livelli elevati di ansia. Sono più che raddoppiati, rispetto alla prima decade degli anni 2000, anche i primi accessi al pronto soccorso per atti autolesionistici e tassi di suicidio di bambini e adolescenti. D’altra parte a possedere uno smartphone è ormai il 95% dei teenager americani di età compresa tra i 13 e 17 anni e la metà di loro ammette di essere sempre online durante tutto il giorno. Il 51% usa i social network per oltre quattro ore al giorno, cosa che interessa la metà dei bambini di età compresa tra i 10 e i 12 anni e addirittura il 32% dei bambini tra i 7 e i 9 anni. Dunque TikTok, come gli altri social, ha raggiunto il suo principale scopo: massimizzare il coinvolgimento degli utenti, soprattutto dei bambini tenendoli incollati allo smartphone, e così i profitti, naturalmente sempre a detrimento dei più piccoli. E infatti privazione del sonno, deprivazione sociale, frammentazione dell’attenzione e dipendenza sono - secondo lo psicologo sociale newyorkese Jonathan Haidt, autore dello studio La generazione ansiosa divenuto un bestseller - i principali danni dell’onnipervasità dei social tra i giovanissimi. Delle «conseguenze del nostro successo»» sono ben consapevoli gli stessi top manager della piattaforma cinese se si interrogano in maniera retorica in una mail emersa nell’inchiesta su «cosa si stanno perdendo i giovani quando usano la nostra piattaforma. E intendo letteralmente dormire, muoversi nella stanza, guardare qualcuno negli occhi».
Le statistiche in Italia
Anche in Italia TikTok ha visto una crescita significativa, con oltre 21 milioni di utenti attivi nel 2024, dei quali il 60% di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Il 95% degli utenti di TikTok utilizza l’app per contenuti divertenti e di intrattenimento. In particolare, stando ai dati raccolti dal Pew Research Center, circa 4 utenti su 10 trovano i contenuti proposti dall’algoritmo estremamente o molto interessanti. Stando agli stessi dati ufficiali Istat ormai quasi l’85% dei bambini e ragazzi tra 11 e 19 anni dispone infatti di un profilo su un social network. TikTok risulta essere per gli italiani la piattaforma sulla quale trascorrono più tempo, 32 ore e 12 minuti al mese. Al secondo posto c’è YouTube con 18 ore e 15 minuti, seguita da Facebook con 16 ore e 37 minuti; Instagram con 15 ore e 13 minuti e Whatsapp con 13 ore e 54 minuti. E ciò stando alle cifre del recente report Digital 2024 di We Are Social, realizzato in collaborazione con Meltwater. TikTok ha dunque il tasso più alto di coinvolgimento tra tutte le piattaforme social, in forza del suo algoritmo potente che garantisce una personalizzazione costantemente aggiornata e performante dei contenuti per ciascun utente. Di qui, favorendo l’interazione, la pubblicazione e condivisione estemporanea di video personali e virali, diventa purtroppo estremamente facile - soprattutto per i giovanissimi, perennemente a caccia di continue conferma della loro autostima - rimanere irretiti nel circolo vizioso dell’“economia dell’attenzione” che mira a massimizzare l’engagement soffiando sui circuiti dopaminergici della ricompensa. Insomma se da un lato i dati italiani sull’uso di TikTok e dei social da parte dei più giovani confermano la globalità del fenomeno, dall’altro evidenziano come tali conseguenze deleterie per la salute dei minori non riguardino solo i teenagers americani, ma anche bambini e adolescenti italiani che di TikTok e degli altri social fanno abuso, pagandone così le ricadute drammatiche in termini di isolamento sociale prolungato e volontario, incapacità di stare nella vita reale, depotenziamento dell’intelligenza cognitiva ed emotiva, insonnia e dipendenza.