Da quando l’arte ha perso il collegamento con il senso estetico, la bellezza e la virtù, siamo abituati a vedere di tutto tanto che, entrando in un museo dove sono esposte opere contemporanee, spesso ti puoi imbattere in visitatori che non riescono a distinguere le esposizioni artistiche dal set per le pulizie della cooperativa vincitrice dell’appalto per l’igiene del locale o da uno schizzo di un bambino annoiato.
Poi arrivano loro, gli artisti ideologicamente impegnati. Di questi tempi –e la mente corre all’opera pedopornografica del MAXXI di Roma– siamo purtroppo bombardati da immagini la cui volgarità supera i limiti più magnanimi di tolleranza.
Per far parlare di sé questi “artisti” sono pronti a qualsiasi cosa: dall’utilizzare riferimenti pornografici nell’esporre immagini di bambini a violentare in tutti i modi possibili la Fede e la sensibilità individuale.
L’alibi è sempre quello: per la causa (che sia essa veritiera od inventata) si devono mettere in scena immagini che scuotano le coscienze e destino reazioni forti.
Certo, una reazione la puoi tranquillamente ottenere anche insultando una persona!
Ora arriviamo all’ultimo capitolo della saga: la mostra di arte LGBT di Torino, patrocinata dal Comune e dalla Circoscrizione che la ospita. Potrebbe suonare come l’ennesimo evento di autocoscienza gender, destinata a dare una ragion d’essere alle associazioni che la organizzano ed ai radical chic che vi partecipano, se non fosse per la portata blasfema –e francamente oscena- del manifesto pubblicitario.
Si tratta di una foto che ritrae una donna obesa totalmente nuda che calpesta le immagini della Madonna e di Gesù.
Naturali le reazioni.
Mentre Fratelli d’Italia chiede le immediate scuse da parte del sindaco Piero Fassino, oltre al ritiro del patrocinio –“Le lobby gay non pensino di godere di una licenza di offendere la sensibilità altrui, soprattutto quella cristiana in un momento storico di feroci e cruente persecuzioni subite per la fede in quelle immagini sacre così oltraggiate dalla cosiddetta arte lgbt!”- c’è chi arriva pure a difendere questo scempio. Silvio Viale, del PD, dichiara: “Sono polemiche pretestuose: è arte, non vilipendio.”
Marika Poletti
Fonte: La Stampa