21/06/2016

Transgender che sembra donna: può partorire un figlio?

Cambiare sesso non si può. Un transgender può fare cure ormonali e operazioni di perfetta chirurgia plastica, ma il sesso biologico contenuto nel DNA di ogni singola cellula del corpo e del cervello, è quello che ha sin dalla fecondazione dell’ovulo da cui è nato: o XX, o XY. Quello è, e quello resta.

Sinteticamente si dice che “Tizio ha cambiato sesso”. Ma è il solito scherzo della neolingua non è vero (perciò ci impegneremo a non usare la suddetta locuzione che è falsa e fuorviante).

I transgender ci volgliono liberare dagli “stereotipi di genere” per il bene della giustizia e dell’uguaglianza. Loro stessi però devono appropriarsi degli stereotipi del sesso opposto perché non c’è possibilità alcuna per un maschio di far suo il sesso femminile (o viceversa) si può solo mutilare e mascherare per apparire ciò che sostanzialmente non sarà mai.

Abbiamo visto tempo fa che la chirugia d’avanguardia sta sperimentando il trapianto di utero. Abbiamo visto che è un’operazione difficile, che dà problemi di rigetto e di funzionamento dell’organo trapiantato molto più di altri tipi di trapianti. Il calcolo dei costi rispetto ai benefici è piuttosto passivo.

Gli esperimenti, però, contnuano. Ci sono un discreto numero di “donatrici” di utero ( le donne transgender che si operano per somigliare a uomini), e comincia la lista d’attesa di quelli che al contrario da uomini vogliono appaire donne e desiderano anche un utero funzionante. E qualcuno – non in perfetta buona fede – comincia a dar loro speranza.

Ne parla la rivista Scientific American. Ma il professor Mark Sauer, ginecologo alla Columbia University, invece , rimane con i piedi per terra: l’operazione è molto più difficile di quanto si possa immaginare, anche per una donna.  E si chiede: è etico per un medico sottoporre una paziente ad un’operazione di 10 – 11 ore, costosissima e rischiosissima, comunque sperimentale, quando esistono modi molto più semplici e sicuri per avere bambini, come l’adozione? E se già è tanto difficile per una donna, con il fisico e gli ormoni predisposti, accettare e far funzionare un utero non suo, per un uomo si tratta di un’utopia folle. Un’illusione destinata a rimanere tale.

Il transgenderismo è una ideologia che come tale perde completamente il contatto con la realtà, segna la fine di ogni ragione e logica. Non si arrende al limite che la natura pone, quindi perché arrendersi davanti a questa prospettiva affascinante del trapianto di utero in un corpo maschile?

Chi soffre di disforia di genere, sperimenta una differenza tra il suo sesso biologico e l’identità di genere che si sente. Per “guarire”, viene illuso di poter “cambiar sesso” e viene avviato  – con estrema, troppa, facilità, anche in giovanissima età – al trattamento ormonale e all’intervento chirurgico (ritornerà su questo punto Walter Heyer, un ex transgender che offre assistenza ai transgender operati in crisi, in un prossimo articolo). Ma in molti Paesi la chirurgia non è neanche necessaria. Basta la “percezione di sé” e compilare un paio di moduli, per ottenere il cambiamento di sesso all’anagrafe. Insomma il problema medico, la disforia di genere, si cura con un atto dello stato civile. Logico, no?

Alba Mustela

Fonte: BioEdge, The Federalist,


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