Dopo Padova, Urbino, Palermo, Catania, Verona e altre, anche l’Università di Trento darà il doppio libretto universitario agli studenti transgender.
Come ben sappiamo, pare che uno dei problemi più grandi dell’umanità, e delle Università summenzionate, sia quello di aggirare la normativa che in Italia concede il cambiamento di sesso sui documenti solo dopo il completamento della lunga, dolorosa e difficile procedura che comprende l’operazione chirurgica.
Come i nostri lettori ben sanno, invece, il genere cambia a prescindere dagli attributi sessuali che appaiono esteriormente. Quindi, in nome della libertà, della democrazia, del rispetto dei “diritti” di uguaglianza, è necessario consentire a chi si sente in un certo modo di apparire in quel modo anche sui documenti. Anzi. Alcuni non hanno desiderio di completare fino in fondo la riassegnazione di sesso: si “sentono” bene a metà e quindi hanno diritto di restarci e magari di apparire femmine un giorno e maschi un altro, per stare bene con se stessi e con gli altri.
Se tutto questo vi sembra assurdo siete omofobi, o meglio avete la “transfobia”, quindi siete transfobici, e meritate lo stigma sociale o addirittura la galera.
Intanto le nostre Università – che sono davvero democratiche e attente ai veri bisogni formativi e culturali degli studenti, anzi student*, si adeguano e ci danno il buon esempio.
FRP