Il sito web Breitbart ci informa che il “Museo nazionale di Storia delle donne” presenta questo mese come figure di rilievo… 3 “donne” nate uomini!
I trans che meritano di onorare il Museo delle donne sono Cecilia Chung, Andrea Jenkins e Rachel Levine.
Andrea Jenkins, nata/o nel 1961, ha il gran vanto di essere diventato "la prima donna nera apertamente transgender eletta a cariche pubbliche negli Stati Uniti nel 2012”. Da gennaio scorso è anche presidente del consiglio comunale di Minneapolis. Jenkins ha “partecipato al movimento Trans Lives Matter” ed è stato "gran maresciallo della Twin Cities Pride Parade”. Curriculum impeccabile direi.
Cecilia Chung fa quasi meglio. Nata/o a Hong Kong nel 1965 è un "leader dei diritti civili e attivista per i diritti LGBT, la consapevolezza dell'HIV / AIDS, la difesa della salute e la giustizia sociale”. Si prostituiva, senzatetto e tossicodipendente, ma ora è direttore delle iniziative strategiche presso il Trangender Law Center. Nel 2019 ricevette il premio di “donna” californiana dell’anno…
Rachael Levine, è forse il più famoso del trio. Almeno da quando, nel 2021, ha iniziato a lavorare come assistente segretario alla salute di Joe Biden. Divenendo così, “il primo funzionario federale apertamente transgender nel governo statunitense”. Beh, sicuramente non è roba da tutti.
Ma il “Museo nazionale delle donne” in tutto questo?
Fondato in Virginia nel 1996 dalla donna e femminista Karen Staser, il museo, come spiega il proprio sito, "porta in vita le innumerevoli storie non raccontate di donne nel corso della storia e funge da spazio per tutti per ispirare, sperimentare, collaborare e amplificare l'impatto delle donne - passato, presente e futuro". Bene.
Secondo Wikipedia, il National Women's History Museum (NWHM) è “un museo e un'organizzazione storica americana che ricerca, raccoglie ed espone i contributi delle donne alla vita sociale, culturale, economica e politica della nostra nazione in un contesto di storia mondiale”.
Ed effettivamente le donne eccezionali in ogni ramo dello scibile umano sono molte: vanno quindi conosciute e celebrate.
Ma allora che senso ha inserire nel Museo a loro dedicato dei cittadini maschi, seppur si vestono e si atteggiano da donne, scimmiottando ciò che la natura e la cultura attribuiscono, di norma, al sesso femminile?
Più spazio e visibilità alle donne, chiedevano un tempo le femministe. Visto però l’aumento costante e non solo in America, degli uomini che si sentono donne, le donne-donne rischiano di avere a termine sempre meno spazio nelle istituzioni ad esse dedicate. E le quote rosa verranno rimpiazzate da quote arcobaleno. Fino a che il rosa si disperda nel frullato.
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