16/11/2021 di Luca Marcolivio

Trento. Interrogazione consiliare sull’evento gender del MUSE pubblicizzato da scuola

Cosa c’entrano i diritti dei bambini e dei ragazzi con l’omotransfobia? Secondo il Muse di Trento e gli esponenti dell’associazionismo Lgbt c’entrano tantissimo. In occasione della Giornata Internazionale per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, del prossimo 20 novembre, il Museo delle Scienze di Trento (MUSE) ha infatti promosso una conferenza sul tema Sei sempre tu, come orientarsi tra generi e identità.

Obiettivo: approfondire i temi dell’identità sessuale, della libertà d’espressione e della necessità universale di tutelare i diritti sacri e inviolabili dei più giovani. Tra i promotori dell’iniziativa: l’Università di Trento, la rete ELGBTQI* del Trentino-Alto Adige, l’Associazione Genitori di Omosessuali (AGEDO) del Trentino, il Centro Studi Interdisciplinari di Genere. Per l’occasione, inoltre, sarà presentato il manuale Sei sempre tu: Guida informativa per adulti su omosessualità e varianza di genere, a cura di Elena Brogi, vicepresidente di AGEDO, e dello psicologo clinico Enrico Maria Ragaglia.

Come se non bastasse, inoltre, è scoppiata la polemica – grazie alla notizia divulgata da Pro Vita & Famiglia – sul fatto che una scuola, l’Istituto Comprensivo Alta Vallagarina (che riunisce scuole elementari e una scuola media), abbia di fatto pubblicizzato l’evento attraverso la propria segreteria, indirizzando una mail ai genitori dei bambini.

Intento della serata è quello di «sensibilizzare e far partecipare la cittadinanza rispetto al significato personale e sociale di identità sessuale e di genere, una questione spesso rivestita di stereotipi, ideologismi e tabù», afferma Lucia Martinelli, ricercatrice senior del MUSE e moderatrice dell’incontro, che auspica «un approccio scientifico, rispetto e sensibilità, per evitare inutili e pericolose divisioni e sofferenze».

Nel generalizzato entusiasmo a livello istituzionale intorno a questa iniziativa, spicca la voce fuori dal coro del consigliere provinciale Luca Guglielmi (gruppo consiliare Fassa), che ha depositato un’interrogazione a risposta scritta. Se è vero, afferma Guglielmi, che, per come è presentata, l’iniziativa apparirebbe come «destinata ai genitori», se si analizza bene il comunicato di lancio diffuso appunto anche dalla scuola stessa, si può immaginare che «a questo ipotetico confronto di opinioni tra adulti e ragazzi su orientamento sessuale e omo-bi-transfobia partecipino anche i ragazzi». Secondo Guglielmi, il «fatto grave» è che «il MUSE abbia inviato questa missiva agli istituti comprensivi scolastici del Trentino, quindi ad un pubblico potenziale di genitori  e alunni di elementari e medie, quindi dai 6 ai 13 anni di età».

«Pur condannando in partenza tutti i tipi di bullismo – prosegue il consigliere nella sua interrogazione – qualunque sia il destinatario degli stessi, questa opera di diffusione nelle scuole del Trentino di guide formative a senso unico non risulta allo scrivente essere propria di contenuti da inoltrare agli istituti comprensivi, e tantomeno da parte di questi ultimi come si possa inoltrare alle famiglie; né si comprende come possa essere il MUSE ad avere questo compito».

A questo punto, Luca Guglielmi interroga la giunta provinciale riguardo a quattro punti: «1) Se la Giunta o quantomeno l’Assessorato all’Istruzione sia al corrente di questa iniziativa; 2) se tale iniziativa risulti essere compatibile con i programmi scolastici; 3) se tra i compiti del MUSE siano compresi gli interventi formativi sugli alunni delle scuole primarie sui temi della sessualità e della omo-bi-transfobia; 4) se la Giunta provinciale intenda presidiare i flussi di informazione e formazione destinati ai plessi scolastici delle scuole primarie».

Un terreno particolarmente scivoloso, quello su cui si è inoltrato il MUSE, nella misura in cui l’iniziativa coinvolge le scuole ma solo parzialmente e indirettamente. Si tratta, dunque, di una conferenza di carattere formativo ma al di fuori dei programmi educativi ufficiali. Se da un lato, è vero che, in questo caso, il principio del consenso informato non apparirebbe in discussione, non è meno vero che impressionano il coinvolgimento di fasce d’età così basse e l’assenza di un vero contraddittorio in una tavola rotonda che offre relatori dalle posizioni piuttosto omogenee, sostanzialmente appiattite sulla narrativa oggi prevalente: quella imbellettata d’arcobaleno.

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