11/08/2024 di Francesca Romana Poleggi

Tutela della vita e "mediazioni legislative": Giovanni Paolo II parla chiaro

Dato che si parla e si scrive molto e con molte sfumature sul dovere cristiano (e umano!) di tutelare la vita, e si parla anche di certe inevitabili "mediazioni legislative", ci sembra opportuno richiamare ciò che scrisse in modo molto chiaro e sistentico Giovanni Paolo II nella Evangelium Vitae (nn. 72-73):

«Le leggi che, con l'aborto e l'eutanasia, legittimano la soppressione diretta di esseri umani innocenti sono in totale e insanabile contraddizione con il diritto inviolabile alla vita proprio di tutti gli uomini. […]. Le leggi che autorizzano e favoriscono l'aborto e l'eutanasia si pongono dunque radicalmente non solo contro il bene del singolo, ma anche contro il bene comune e, pertanto, sono del tutto prive di autentica validità giuridica. […]»

«L'aborto e l'eutanasia sono dunque crimini che nessuna legge umana può pretendere di legittimare. […]»

Non è mai lecito «partecipare ad una campagna di opinione in favore di una legge siffatta [una legge che consenta aborto o eutanasia}, né dare ad essa il suffragio del proprio voto» .

Riguardo al consenso sociale rispetto a certe pratiche, poche pagine prima al n. 70 aveva scritto:  «Forse che questi crimini [contro la vita] cesserebbero di essere tali se, invece di essere commessi da tiranni senza scrupoli, fossero legittimati dal consenso popolare? […] Il valore della democrazia sta o cade con i valori che essa incarna e promuove» (n. 70).

Ecco il Magistero che dovrebbe aiutare i sedicenti cattolici al discernimento. Ma che riguarda alla fine tutti gli uomini, atei o credenti, seguaci di qualsiasi altra religione: se non viene rispettato il diritto alla vita, diritto fondamentale stabilito dalla legge naturale (eterna e immutabile), che presuppone la pari e somma dignità di ogni essere umano, in qualsiasi condizione egli si trovi, entra in vigore la legge della jungla, la legge del più forte. La "democrazia" (con le sue elezioni a suffragio universale) diventa una finzione, una  parola vuota, che può essere ripetuta in tutte le costituzioni e i trattati, ma che non ha alcuna portata sostanziale. 

Cattolici e non, apriamo gli occhi: non facciamoci prendere in giro. 

 

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