In Africa si può fare di tutto: genocidi, infibulazione, spose bambine e soldati bambini. Ma nulla ha ottenuto una così celere -quanto efficace- reazione da parte della cosiddetta comunità internazionale delle leggi sull’omosessualità in Uganda.
Gli USA si sono affrettati a preannunciare il taglio dei fondi e l’Unione Europea non ha voluto di certo essere da meno: con una risoluzione ha votato l’intenzione di bloccare i finanziamenti agli Stati in via di sviluppo che non intendono assecondare le linee guida LGBT.
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Lo scorso primo agosto la Corte Costituzionale ugandese ha annullato la legge sull’omosessualità che prevede in alcuni casi anche la detenzione.
I giudici hanno fatto leva su un cavillo procedurale riguardante la presunta mancanza del quorum in fase di voto e approvazione della legge. Il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni, in visita in questi giorni presso la Casa Bianca, ha dichiarato che la Corte Costituzionale non è a favore dell’omosessualità, bensì semplicemente ha ceduto alle forti pressioni provenienti da tutto il mondo contro questa legge.
Tra queste ricordiamo la decisione di Obama di tagliare gli aiuti all’Uganda per sconfiggere il virus dell’HIV e il divieto di venire negli USA per quei parlamentari che hanno dato il loro appoggio a questa legge. “Prendiamo atto del pronunciamento della Corte costituzionale dell’Uganda volto all’annullamento della legge contro l’omosessualità – ha dichiarato un funzionario del Dipartimento di Stato alla testata gay Washington Blade – Ci congratuliamo con coloro i quali hanno sfidato con successo la validità di questa legge e incoraggiamo il governo ugandese a riconoscere e attuare la decisione della corte. In Uganda, come in ogni paese del mondo, i diritti LGBT sono diritti umani ed è responsabilità del governo garantire che siano rispettati e tutelati “.
Il parlamentare David Bahati, uno dei padri della legge contestata, vuole impugnare la decisione della Corte e così si è espresso sull’accaduto: “Siamo in grado di sospendere qualsiasi provvedimento, se riteniamo che sia importante farlo. Che si tratti di domani o di una settimana o di un mese, ci prenderemo tutto il tempo necessario per fare in modo che il futuro dei nostri figli e delle nostre famiglie sia protetto e che la sovranità nazionale venga tutelata.”
Fonte: GWN Blog