15/04/2024 di Matteo Delre

UK. I dubbi sulle cliniche per il cambio di sesso per bambini toccano anche quelle per adulti, ecco perché

L’NHS, ente che gestisce il sistema sanitario nazionale inglese, sta chiedendo dati e statistiche alle cliniche che si occupano di riassegnazione del genere per adulti, in risposta a un importante studio indipendente che ha rilevato che esistono «prove molto limitate sui risultati a lungo termine», associati alla transizione medicalizzata dei minori.

Si tratta di uno studio che l’NHS aveva commissionato già nel 2020 per impostare una revisione indipendente dei servizi medici legati al cambio di genere per minori e giovani adulti nel 2020 e i cui esiti sono stati pubblicati la settimana scorsa. Il rapporto finale, pubblicato mercoledì, ha rilevato che gli studi precedenti sull’argomento sono di “scarsa qualità”.  

Oltre a sostenere che gli studi precedenti sull’argomento sono tutti di scarsa qualità dal lato scientifico, il nuovo studio non usa mezzi termini sulla questione: «la realtà è che non abbiamo prove concrete sui risultati a lungo termine degli interventi per gestire il disagio legato al genere», ha scritto nell’introduzione Hilary Cass, ex presidente del Royal College of Pediatrics and Child Health che ha guidato la redazione del documento. Come detto, oltre alla mancanza di dati, non c’è modo di appoggiarsi a studi precedenti, tutti pressoché inaffidabili: «una delle lacune di dati più problematiche per l’elaborazione di questo studio», spiega Cass, «è stata il tentativo di ottenere dati affidabili sul numero di giovani che intraprendono un percorso ormonale presso il GIDS (Gender Identity Service) e quali percorsi di cura o interventi sono disponibili per costoro. Ciò sembra inaccettabile nell’era digitale».

A seguito del rapporto, il servizio sanitario nazionale ha inviato una lettera ai sette centri che ospitano cliniche per adulti nel Regno Unito, informandoli che sono oggetto di indagini. La lettera è trapelata sui media, che ne hanno riportato stralci, ad esempio: «Lanceremo una revisione del funzionamento e dell'erogazione dei GDC per adulti (cliniche per la disforia di genere), insieme alla revisione pianificata delle specifiche del servizio per la disforia di genere per adulti». Pare insomma che stiano per partire campagne di controllo a tappeto, forse anche perché il rapporto Cass afferma che sei delle sette cliniche per l'assistenza legata al cambiamento di genere in Inghilterra hanno rifiutato di partecipare a uno studio approfondito dell'Università di York. Non proprio un sintomo di trasparenza. «I dati avrebbero fornito ai bambini e alle loro famiglie informazioni vitali sulle diverse opzioni per gestire il disagio legato al genere e avrebbero fornito prove per medici e responsabili politici che fornivano servizi per questi bambini e giovani, anche adulti», si legge in un’appendice del rapporto Cass. «Alla fine, lo studio non è stato condotto perché non è stato possibile garantire la collaborazione di tutte le cliniche».

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Alcune cliniche hanno rifiutato di partecipare perché, parole loro, i risultati dello studio si sarebbero concentrati su eventi avversi per la salute, per i quali loro stesse non si sentono principalmente responsabili. In più, hanno ritenuto probabile che il risultato sarebbe poi confluito in un rapporto nazionale di alto profilo capace di essere poi interpretato erroneamente. La paura che i dati venissero travisati o, stando alle risposte delle cliniche, che venissero «utilizzati attivamente per danneggiare i pazienti e interrompere il lavoro dei professionisti attraverso il percorso della disforia di genere», è stato il pretesto per la non collaborazione delle cliniche. Su questo si è espressa con parole forti anche Victoria Atkins, ministro della sanità del Regno Unito: «è vergognoso che le cliniche specializzate in questioni di genere per adulti non abbiano collaborato con la vitale ricerca dell’Università di York per collegare i dati sui bambini al Tavistock, in modo da poter comprendere il loro viaggio verso l’età adulta». Atkins ha aggiunto di aver scritto all'amministratore delegato dell’NHS per sottolineare «la necessità di una rapida attuazione delle raccomandazioni della dottoressa Cass».

Il Gender Identity Development Service (GIDS) è stato fondato a Londra nel 1989 e successivamente trasferito alla Tavistock and Portman NHS Foundation Trust. Nel 2018, dieci medici GIDS preoccupati per il trattamento dei bambini si sono rivolti allo psichiatra David Bell, che lavorava nei servizi per adulti presso la clinica Tavistock. Da quelle segnalazioni Bell ha tratto spunto poi per pubblicare un rapporto di denuncia in quello stesso anno innescando il percorso che ha poi portato alla chiusura della Tavistock. Dal lato suo, il rapporto Cass sintetizza alcuni dei pochi dati disponibili, che hanno finito per destare dubbi anche sulle altre strutture. Dal 2009 al 2016, ad esempio, il numero di donne adolescenti segnalate al GIDS è passato da 15 a 1.071 e il numero di bambine segnalate è passato da 2 a 138. Nello stesso periodo, il numero di adolescenti maschi è passato da 24 a 426 e il numero di bambini maschi è passato da 10 a 131. Il tutto mentre prima del 2009, il GIDS vedeva meno di 50 bambini all'anno e ancora meno venivano sottoposti a procedure mediche. Esplosioni di pazienti (o “clienti”) su cui ora il governo inglese vuole vedere chiaro, mentre le cliniche interessate temono un’estensione letale a tutte dell’effetto Tavistock.

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