Un progetto del governo inglese per limitare l'accesso a contenuti online dannosi o violenti, potrebbero anche portare, come conseguenza non voluta, alla censura di contenuti pro life e pro family.
Il ‘Christian Institute’ ha accolto con favore l'impegno del governo a reprimere i siti web che promuovono contenuti dannosi come il porno o il suicidio, ma espresso anche forti preoccupazioni per come i regolamenti attuativi potrebbero censurare anche gli insegnamenti cristiani su matrimonio, sessualità, vita del concepito, educazione.
Le misure contenute nell'Online Safety Bill, infatti, limiteranno i contenuti ritenuti "dannosi", ma la definizione sul significato del termine sarà lasciata all'Ofcom e alle compagnie tecnologiche private come Google e Facebook e ci sarà quindi una discrezionalità che non lascia ben sperare.
Il direttore dell'Istituto, Colin Hart, ha detto che il disegno di legge "rischia di sancire la cultura dell'annullamento di chiunque sia contrario ai dogmi oggi prevalenti. Ogni giorno sentiamo accuse che qualcuno sta causando danni solo per aver detto ciò in cui crede”. Per esempio il medico cristiano Peter Saunders ha tenuto un discorso sulla transessualità che è stato rimosso da YouTube; JK Rowling è stata vilipesa per aver sfidato l'ideologia transgender; Maya Forstater ha perso il suo lavoro dopo aver detto che le persone non possono cambiare sesso biologico. In particolare un giudice del lavoro si era pronunciato contro la Forstater affermando che il suo punto di vista “non è degno di rispetto in una società democratica”, ma fortunatamente questo primo giudizio è stato successivamente respinto dalla Corte di Appello.
La legge, dunque, dà ampio spazio decisionale alle Big Tech che, temono le organizzazioni cristiane, “arriveranno a decidere cosa dovrebbe e non dovrebbe essere permesso in aree di dibattito cruciali e controverse. Il loro metro di misura sarà il loro interesse commerciale e così inevitabilmente andranno molto più in là di quello che la legge richiede”.
Perciò, a fronte di tali preoccupazioni, i cristiani inglesi chiedono che il “progetto di legge sia modificato per includere una clausola di salvaguardia nei confronti della libertà di parola”. Tra l’altro la proposta del governo Johnson prevede un nuovo reato penale per le comunicazioni ritenute “suscettibili di causare danni a un probabile pubblico”. Un approccio che dà la priorità alle rivendicazioni degli "offesi" è pericoloso, in particolare quando il "probabile pubblico" dei contenuti online potrebbe essere chiunque nel mondo.
La buona intenzione del Governo inglese va sostenuta, ma nei dettagli si nasconde il pericolo di una omologazione totale e una censura totale per chiunque affermi che un bambino ha bisogno di mamma e papà, che la vita inizia dal concepimento o che i sessi sono solo due.