In Michigan una donna malata di sclerosi multipla vuole morire con suicidio assistito, per donare i suoi organi. La cosa ha suscitato un ampio dibattito. Michael Stellini, un medico eticista ha detto che se si aspetta troppo, la donazione non si può più fare, se si fa subito la malata non è terminale (al momento un malato di sclerosi multipla normalmente vive il 95% della vita di un non malato):
Un bioeticista australiano, Julian Savulescu, ha proposto che in determinati casi si dovrebbe poter anestetizzare il paziente, rimuovere gli organi, per ultimo il cuore, e così sarebbe molto più facile reperire organi che al momento si trovano con difficoltà. Tanto lei comunque vuole morire. Cosa cambia se si usa questa procedura?
Alla base di tutto si sottolinea, ovviamente, il “grande gesto d’amore” della malata.
L’ operazione si dovrebbe svolgere in una clinica dove il ricevente è già pronto sul tavolo operatorio per il trapianto.
Stiamo molto attenti: se non recuperiamo il senso della dignità dell’uomo, del vivere e del morire, del rispetto della Natura, dell’indisponibilità della vita, questi ragionamenti aprono scenari molto inquietanti...
A cura della Redazione. L’originale è su Lifenews.com