Siamo rimasti stupiti delle innumerevoli reazioni che si sono scatenate per aver criticato la deriva in cui è finito il telefilm Doctor Who.
I commenti sono stati talmente tanti (spesso lunghi, ripetuti o con indirizzi fake) che il sistema li ha messi in spam. Tra l’altro molti di essi erano violenti, o insultanti, o sterilmente polemici e non meritavano risposta.
Ma nel mucchio sono sicuramente finiti anche quelli civili e onesti che meritavano di essere pubblicati. Ce ne scusiamo con i Lettori: la mole del lavoro di spulciarli uno per uno non ci è possibile. Allora diamo qui una risposta globale che speriamo vada bene per tutti.
Del resto dovevamo capire il fervore della discussione su un telefilm, anche se in Italia ha tutto sommato pochi spettatori e va in onda su una rete di nicchia. In tutti i fandom (i fan che parlano con altri del telefilm che amano, on line o ai convegni) il fanatismo tende a prendere il sopravvento sul buon senso, si litiga sulle scelte degli sceneggiatori (o direttamente dei personaggi, come se fossero persone reali) con un livore e una “solennità” che a volte fa venire i brividi. Nel fandom di Doctor Who il livello di fanatismo è ancora maggiore, perché va in onda da così tanto tempo che in alcune famiglie è diventata una tradizione che si tramanda di generazione in generazione, e anche chi lo scopre per caso (come me) rimane affascinato dalla bravura degli attori e di molti degli sceneggiatori. Ci si affeziona come si affeziona al panettiere o al pizzaiolo di fiducia, perché è oggettivamente un prodotto ben fatto.
La cosa che per noi è preoccupante, però, è con il passare del tempo ha assunto una connotazione etica che lo ha quasi trasformato in una religione, una religione che non ammette né dubbi né critiche.
Il Doctor si può paragonare a una divinità: viene da un pianeta i cui abitanti si definiscono “signori del tempo”; viaggiando con la sua astronave può manipolare la storia a proprio piacimento; quando è moribondo può (quasi sempre) scegliere se morire definitivamente o rinascere con un nuovo corpo; anche se ha dei difetti sceglie quasi sempre di agire per il bene, e ha la tendenza a fare sermoni sulla morale e sulla politica. Tutto ciò può essere usato per creare delle storie educative (e spesso avviene ed è avvenuto così). Ma se usato male può veicolare messaggi che vengono recepiti dai telespettatori (soprattutto dai più piccoli) in modo quasi subliminale: insomma è il grande potere dei media di fare il lavaggio del cervello. Non è cosa nuova.
Molte delle persone che abbiamo fatto arrabbiare hanno scritto che la tv è piena di programmi molto più volgari e stupidi di Doctor Who e che ci dovremmo occupare di quelli.
Quello che vorrei spiegare è che il fatto che sia per l’80% del tempo una serie innocua – o addirittura educativa – rende ancora più squallido e pericoloso il subdolo inserimento di materiale da propaganda. Alcuni genitori credono di poter lasciare i figli a guardarlo senza bisogno di controllarli perché non sanno cosa viene loro inculcato, e ragazzi (e spesso anche adulti) privi di punti di riferimento culturali lo adottano come modello etico.
Nel fandom di Doctor Who si può discutere sulle battute volgari, sull’apologia dell’omosessualità e sulla teoria del gender solo in termini positivi. I pochissimi fan che hanno il coraggio di lamentarsene vengono insultati e ridotti al silenzio, non solo da altri spettatori ma anche dai produttori, dagli sceneggiatori e dagli attori (su Twitter alcuni di loro sono giunti a veri e propri atti di bullismo contro ragazzini che avevano osato criticarli).
Ad esempio il produttore Moffat a chi gli chiedeva di ribattere alle critiche sulla scelta di trasformare il Dottore in una donna ha risposto che non ce ne sono state (cosa non vera, e comunque falsata dal bias di cui parlavo prima, cioè dalla censura di ogni voce di dissenso) tranne che da “un orribile grassone foruncoloso che scrive da un seminterrato”. Non mi sorprende quindi che le pagine Facebook che hanno parlato del nostro articolo si siano rifiutate di linkarlo e abbiano invitato i follower a non leggerlo, ma a coprirci di insulti e a segnalarci a Facebook per “incitamento all’odio” (!!!!).
Altra cosa che ha infastidito molti è l’aver detto della percentuale dell’8% di omosessuali che la BBC impone tra i personaggi delle sue serie e tra i dipendenti (e il report che ho linkato ha certamente toccato qualche nervo scoperto).
Chissà: la presenza nell’ultima stagione di una puntata anticlericale e di una che accusa il capitalismo di essere un male che va estirpato dalla storia forse è stata gradita dal fandom... ma si è comunque registrato un calo progressivo degli ascolti proporzionale all’aumentare della politicizzazione della serie.
Potrei anche accennare allo spin-off Class, con scene al limite della pornografia tra attori minorenni anche dello stesso sesso che è stato un fallimento colossale ed è stato cancellato dopo solo otto episodi, ma ho scritto già abbastanza a lungo.
Doctor Who era un prodotto televisivo di primo livello che si è andato deteriorando per l’ideologia che lo ha cominciato a infettare: chi lo sa ed è contento così, buon per lui. Chi non lo sa è bene che lo sappia. Poi se vederlo o no o farlo vedere ai ragazzini, è un problema suo.
Chi ci insulta e ci vorrà insultare per aver detto queste cose, si qualifica da sé.
Alba Mustela
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto