I protocolli sanitari adottati dal Sistema Sanitario del Regno Unito (Nhs) per la transizione di genere riprendono le linee guida del Wpath, l’Associazione Professionale Mondiale per la Salute Transgender. Gli attivisti Lgbtq+ hanno così pesantemente influenzato la politica dell’Nhs.
È quanto traspare da un recente rapporto del Daily Mail venuto alla ribalta della cronaca all’indomani dei recenti scandali legati alla clinica Tavistock (di cui dovrebbe essere imminente la chiusura) per gli abusi sui minori che hanno intrapreso o ultimato i percorsi di transizione di genere. WPATH sapeva che le iniezioni di ormoni per la transizione di genere causassero il cancro e altre gravi malattie, ma le prescriveva comunque. Una conversazione interna tra medici ha rivelato inoltre che i medici erano a conoscenza che i minori e i loro genitori non avrebbero potuto fornire un reale consenso informato, dal momento che venivano tenuti all’oscuro delle conseguenze permanenti delle iniezioni di ormoni e degli stessi interventi chirurgici per il cambio di sesso.
I dati del Servizio Sanitario Nazionale mostrano che «al 96% dei bambini valutati nelle cliniche di endocrinologia sono stati prescritti bloccanti della pubertà e al 98% di questi bambini sono stati successivamente somministrati ormoni sessuali incrociati». Insomma, sempre e soltanto la ‘terapia affermativa’, in ossequio alle linee guida diffuse dal WPATH e senza minimamente preoccuparsi delle ricadute di tali cure ormonali e operazioni chirurgiche sullo sviluppo e la maturazione psicologica di minori ancora in formazione.
Anche altri documenti del sistema sanitario del Regno Unito, così come il Royal College of Psychiatrists e il governo scozzese, hanno così fatto riferimento per anni agli Standards of Care del WPATH come linee guida da rispettare. Tuttavia, a causa delle crescenti reazioni dell’opinione pubblica, molte agenzie governative stanno gradualmente prendendo le distanze dall’adozione di simili protocolli terapeutici.
Un membro del WPATH ha dovuto constatare come una giovane che stava effettuando la transizione di genere sia morta di una forma di cancro al fegato dopo aver assunto per anni testosterone: «Dopo 8-10 anni di testosterone la paziente ha sviluppato epatocarcinomi. Per quanto ne so, ciò è collegato al trattamento ormonale». Il dottor Dan Karasic, coautore dell’ultima versione delle linee guida del WPATH, ha però difeso le procedure promosse dall’organizzazione, affermando al Daily Mail che «il trattamento viene prescritto solo quando il paziente ha la capacità di dare il consenso informato e il medico concorda sul fatto che i benefici del trattamento superino i rischi». D’altra parte gli stessi minori in transizione, in virtù della loro giovane età, poco si preoccupano delle conseguenze cui vanno incontro durante l’iter per la transizione sin dall’assunzione dei farmaci bloccanti la pubertà; «è fuori dalla loro portata di sviluppo comprendere la misura in cui alcuni di questi interventi medici li stanno influenzando».
Eppure il business sulla pelle dei minori non si arresta. Il presidente della WPATH, il chirurgo transgender ‘Marcie’ Bowers, pur ammettendo che il contagio sociale stia giocando un ruolo decisivo nell’aumento vertiginoso di bambini e adolescenti che sostengano di essere nati nel corpo sbagliato, continua imperterrito con la ‘terapia affermativa’. Ha infatti eseguito finora oltre 2.250 vaginoplastiche per un totale complessivo di 3.900 interventi chirurgici per il cambio di sesso.