Il Codice di autoregolamentazione Tv e minori è per caso ancora in vigore? Il dubbio viene perché esso, al comma 2.2., prescrive in modo molto chiaro come «la programmazione dalle 7.00 alle 22.30 – pur nella primaria considerazione degli interessi del minore -» debba «tener conto delle esigenze dei telespettatori di tutte le fasce di età, nel rispetto dei diritti dell’utente adulto, della libertà di informazione e di impresa, nonché del fondamentale ruolo educativo della famiglia nei confronti del minori». Ciò nonostante, diversi contenuti trasmessi in quella che dovrebbe essere una fascia protetta non sembrano affatto adeguati. Anzi, sembrano essere l’esatto contrario «della primaria considerazione degli interessi del minore».
Un caso lampante è quello di Shameless, una serie televisiva statunitense in programmazione sul canale Mediaset Italia 2 che va in onda il sabato e la domenica mattina dalle 7:40 fino verso le 11:00, con tre puntate consecutive per volta. Ebbene, secondo quanto segnalato da più telespettatori, detta serie – che risale al 2011 ed è in estrema sintesi centrata sulle vicissitudini di cinque ragazzi, figli di un alcolizzato, che crescono grazie alla sorella maggiore - è un concentrato di riferimenti a droghe e allusioni sessuali decisamente ben poco adatto ad un pubblico giovane.
Non solo. In una recente puntata di Shameless, pare si siano trasmesse le immagini di un uomo a letto con una donna completamente nuda che si agitava mentre lui faceva sesso orale con lei, con i due che poi si sono scambiate le parti. Contenuti, se non del tutto pornografici, di certo non adatti ai minori, per di più di una fascia oraria mattutina; non, per capirci, che una trasmissione serale di simili immagini sia meno grave, ma la loro messa in onda in orario in cui bambini anche piccoli possono essere dinnanzi al video è davvero inqualificabile.
Tanto più che vige la regola secondo cui, nel caso in cui la trasmissione di contenuti destinati ad un pubblico adulto sia messa in onda prima delle 22:30, grava sulle imprese televisive l’obbligo di annunciare, con congruo anticipo, l’inadeguatezza di detti contenuti per i più piccoli. Un obbligo che, nel caso in parola, non sembra essere stato minimamente garantito dagli appositi sistemi di segnalazione iconografica
Motivo per cui vale decisamente la pena chiedere a chi di dovere, in questo caso Mediaset – che peraltro fu la prima emittente italiana meritoriamente ad introdurre, anni or sono, i «bollini» verdi, gialli o rossi (a seconda dell’adeguatezza dei contenuti trasmessi) -, di prendere adeguati provvedimenti. Nessuno infatti osa qui discutere la qualità artistica di Shameless, che sarà pure di primo livello. Tuttavia, oltre alla forma, esiste anche, tanto più quando si parla di minori, una ineludibile questione di contenuti che non può in alcun modo essere presa sotto gamba.
Esiste infatti una vasta letteratura, che manca qui lo spazio di richiamare, circa il legame tra i contenuti cui si viene esposti alla televisione e le future condotte. E questo, sorprendentemente, vale anche per quanto concerne i contenuti degli apparentemente innocui cartoni animati. Per esempio, uno studio pubblicato sull’International Journal of Community Medicine and Public Health, condotto su 200 bambini di età compresa tra i 5 e i 15 anni, ha messo in luce come l’esposizione televisiva ai cartoons abbia avuto un effetto significativo sul loro comportamento, che ha subìto modifiche, ma per nulla positive, anzi: ben il 33 per cento dei soggetti del campione ha mostrato un aumento del comportamento violento.
Ma se questo può essere l’effetto sui minori di un cartone animato, figurarsi quale può essere quello di una serie tv dai contenuti di Shameless. Mediaset dunque intervenga, perché nessun indice di ascolti vale quella sana educazione che, certe immagini e certi messaggi, rischiano seriamente di compromettere.
di Giuliano Guzzo