«Vergogna, Unicef!» (#ShameOnUnicef): questo il tema della manifestazione organizzata da Family Watch International per chiedere all’Unicef e ai suoi partner di smettere la sua propaganda mefitica tesa alla sessualizzazione precoce dei bambini.
Abbiamo visto già quanto sia perniciosa la Cse, “Comprehensive Sexual Ediìucation“, cioè l’educazione sessuale globale promossa in sede ONU dalle lobby radicali.
La Cse è uno strumento privilegiato per per promuovere l’aborto la contraccezione, i “diritti” sessuali dei bambini e dei minori in genere, l’omosessualismo e l’ideologia gender.
La Cse, promossa dalle agenzie ONU in collaborazione con Planned Parenthood è usata anche per minare il diritto dei genitori all’educazione dei figli.
L’Unicef chiede che i minori possano accedere ad aborto, contraccezione e terapie ormonali per cambiamento di sesso senza il consenso dei genitori.
Fin dal 1999 l’Unicef ha pubblicato un manuale di “salute sessuale e riproduttiva” che spiegava agli adolescenti che si poteva trarre piacere sessuale con animali o persone non consenzienti.
Vergogna, Unicef!
L’agenzia incaricata di proteggere i bambini del mondo, fa certamente anche delle cose buone. Ma ciò non giustifica questa propaganda tesa alla sessualizzazione precoce dei bambini, affiancato dall’Unfpa, dall’Oms, dall’Unesco e con il supporto di Planned Parenthood.
Ieri da tutto il mondo si sono riuniti davanti alla sede dell’Unicef i manifestanti per gridare #ShameOnUnicef.
ProVita ha siglato la petizione di protesta. Non poteva non esserci: è in gioco niente di meno che la salute e l’innocenza dei bambini in tutto il mondo.
Redazione
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’aborto