Amedeo Rossetti De Scander, sul portale Vita Nuova, scrive che l’Università di Trieste (come del resto quella di Udine) rinuncia alla libertà di pensiero e si piega alla ideologia omosessualista. Nel Manifesto del gaypride che essa avalla si chiede anche l’eutanasia e l’istituzionalizzazione della prostituzione. E nessuno dentro l’università si dissocia e protesta.
Ci fa notare Rossetti che , secondo il suo Statuto, “L’Università degli Studi di Trieste è un’istituzione pubblica di alta cultura, laica, pluralista e indipendente da ogni orientamento ideologico, religioso, politico ed economico”.
Si chieda allora come è possibile il patrocinio di un Ente siffatto al gaypride che si terrà il 10 giugno ad Udine.
Il gaypride è un evento con un orientamento ideologico marcato, che forse va ben oltre una manifestazione di promozione dell’omosessualità, visto il manifesto diffuso in rete.
Infatti il manifesto del suddetto gaypride promuove l’omosessualismo, l’eutanasia, la censura alla libertà d’opinione (dice che c’è un forte bisogno di una legge contro l’omofobia).
Si chiede poi Rossetti: «E la promozione dell’aborto chiesta dal FVG pride è un fatto laico? E’ anche questo, al pari dell’eutanasia chiesta per i malati, un concetto “indipendente da ogni orientamento ideologico o religioso”? E poi, cosa ha questo a che vedere con i cd. diritti omosessuali?»
Ancora: il manifesto del gaypride chiede che «lo Stato italiano garantisca la laicità affinché nessuna confessione religiosa possa imporre un modello comportamentale che giustifichi pratiche sociali discriminatorie», quindi bisogna porre limiti alla libertà religiosa?
E infine il gaypride si interessa persino di scuola, con la pretesa che l’educazione alla sessualità rientrino a tutti gli effetti nei programmi scolastici.
A tutto questo l’Università di Trieste concede il suo patrocinio e l’uso del suo logo: un’Università “pubblica, laica, pluralista e indipendente da qualsiasi orientamento ideologico”...
Redazione
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