Le recenti vittorie schiaccianti ottenute da una squadra di calcio femminile con cinque giocatori maschi che si identificano come donne hanno suscitato non poche polemiche, portando il manager di un club a rivelare che almeno venti giocatrici si sono auto-escluse dalla squadra nelle ultime settimane per evitare di competere contro gli uomini.
Stiamo parlando di quanto avvenuto in Australia, dove Frank Parisi, presidente del St. Patrick's Football Club, ha rivelato una serie di problemi sorti a causa della presenza di uomini in partite di calcio femminile, nonché di un incidente in cui una giocatrice si è trovata con la gamba rotta in due punti. Il Flying Bats Football Club di North West Sydney ha infatti nella sua squadra cinque maschi che si identificano come transgender. La squadra ha ricevuto un premio di 1.000 dollari dopo aver vinto la Beryl Ackroyd Cup pre-campionato della North West Sydney League il 24 marzo, dopo una stagione in cui ha vinto tutte le partite giocate nelle partite della Premier League femminile.
Uno dei cinque uomini della squadra di calcio femminile è l'attivista trans Riley Dennis, già precedentemente accusato di aver ferito gravemente alcune donne mentre giocava in un'altra squadra femminile. Tuttavia, i problemi creati dai giocatori maschi della squadra dei Flying Bats non si limitano ai rischi per la sicurezza e allo sport leale per le donne. Le giocatrici si autoescludono dallo sport a dozzine, dice Parisi, per evitare di competere con gli uomini trans. La notizia è venuta alla luce per la prima volta quando sui social è trapelata una registrazione di Parisi mentre parlava durante un incontro la sera del 20 marzo. Nella clip audio si può sentire Parisi descrivere un incidente avvenuto un paio d'anni prima in cui una giocatrice era stata ferita così gravemente da un giocatore maschio trans da dover abbandonare lo sport. Parisi ha chiarito che a seguito di questo episodio il giocatore è stato squalificato dalle partite per un totale di otto settimane.
Ma non è tutto: Parisi ha rivelato che 24 donne hanno recentemente ritirato l'iscrizione alla sua società di calcio come “diretta conseguenza” della possibilità di disputare una partita contro i maschi della squadra dei Flying Bats. «Mi hanno detto tutti: “Frank, non vogliamo giocare contro i giocatori dei Bats”. Lo dico chiaramente, ci sono uomini che giocano in una competizione femminile ed è sbagliato». Sulle 24 donne che si sono cancellate dal St. Patrick's Football Club nelle ultime settimane, ha poi chiarito Parisi, almeno 20 hanno dichiarato di averlo fatto per la consapevolezza che avrebbero dovuto giocare contro i “maschiacci” dei Flying Bats. «L'impatto è enorme», ha sottolineato. «E non si tratta della sessualità delle giocatrici, perché nella mia squadra ho avuto molte giocatrici lesbiche. È il fatto che ci sono tanti maschi…».
Inoltre la scorsa settimana è scoppiata una massiccia protesta pubblica dopo la notizia dei cinque giocatori trans. In risposta, la LGBTI Rights Australia, una comunità Facebook con oltre 250.000 follower, ha rilasciato questa dichiarazione pubblica: «Congratulazioni al club di calcio femminile Flying Bats che ha recentemente vinto la Beryl Ackroyd Cup! Le donne transgender fanno orgogliosamente parte dei Bats da 20 anni, eppure i nazisti delle TERF hanno impiegato fino a questa settimana per prenderne atto». L'immagine che accompagnava la dichiarazione recava la didascalia: “A tutti i transfobi che si lamentano, suggeriamo di allenarvi un po' più duramente”.
Beffa dopo la beffa, il presidente dei Flying Bats Jen Peden ha dichiarato al Daily Mail Australia la scorsa settimana: «Come club, il Flying Bats FC è fortemente a favore dell'inclusione e siamo orgogliosi del gioco sicuro, rispettoso e corretto e dei significativi benefici per la salute fisica, sociale e mentale che la partecipazione allo sport comporta, soprattutto per i membri emarginati della comunità LGBTQIA». Un trend che non è solo suo, ma anche delle federazioni sportive di riferimento: durante diversi incontri pubblici, i loro più alti responsabili hanno sottolineato più volte che la decisione di boicottare la partecipazione rinunciando alle partite contro i Flying Bats avrebbe comportato "un'azione disciplinare". Anche se gli episodi di discriminazione verrebbero valutati caso per caso, le sanzioni possibili includono sospensioni, da un minimo di due mesi a due anni. Questo perché la politica antidiscriminatoria di “Football Australia” definisce «l'esclusione di persone sulla base del loro sesso e/o identità di genere dalla partecipazione ad un'attività sportiva competitiva» come una forma vietata di discriminazione. Dunque, giovani giocatrici, o vi fate massacrare allegramente o siete delle bieche transfobiche da sanzionare.