26/06/2024 di Alessia Battini

Usa. Medici contro Fda su pillola abortiva, ma la Corte Suprema archivia tutto

Dopo due anni dal ribaltamento della sentenza Roe vs Wade da parte dei giudici della Corte Suprema, quest’ultima ha archiviato un caso presentato da alcuni medici statunitensi contro la Food and Drug Administration e le sue normative particolarmente blande per quanto riguarda l’accessibilità alla pillola abortiva.

Nella sentenza, il giudice Brett Kavanaugh ha spiegato che i querelanti hanno presentato «sincere obiezioni dal punto di vista legale, morale, ideologico e politico all’aborto facoltativo e alla regolamentazione dell’FDA sul Mifoprestone», ha però aggiunto che non avrebbero diritto d’azione non essendo in grado di dimostrare l’esistenza di un danno subito a causa dell’attuale regolamentazione dell’FDA stessa.

Ad oggi, negli Stati Uniti la pillola abortiva può essere spedita per posta ovunque, anche negli Stati dove è stato vietato l’aborto in qualsiasi circostanza, e questo permette a migliaia di donne di acquistarla e assumerla senza alcuna tutela per la loro salute e la loro sicurezza.

In Italia, attualmente, per poter fare ricorso alla pillola abortiva è necessario invece recarsi in ospedale ed è previsto un periodo di ricovero, eccezion fatta per tre Regioni: in Emilia-Romagna, Toscana e Lazio è sufficiente recarsi in consultorio per assumere la prima delle due pillole, mentre la seconda la si assume in autonomia a casa il giorno seguente.

L’aborto farmacologico viene visto comunemente come il modo più rapido e meno rischioso di abortire, per questo si cerca di semplificarne sempre di più l’accessibilità, eppure si corrono molti rischi, troppo spesso nascosti alle ignare donne e ragazze che vi ricorrono: aumenta infatti il rischio di emorragia, di infezione causata da un’espulsione incompleta delle parti del corpo del bambino, di successivo ricovero in ospedale con necessità di raschiamento. Inoltre, la pillola causa crampi dolorosissimi, che possono durare diverse ore, o anche giorni, e un violento sanguinamento. Non sono rari poi, i casi di donne che sono rimaste traumatizzate trovandosi di fronte al loro bambino, perfettamente formato, ormai morto, dopo essere state convinte che si trattasse semplicemente di un grumo di cellule e che tutto sarebbe avvenuto velocemente e in modo poco doloroso.

Tornando al caso degli Stati Uniti, dunque la Corte Suprema ha archiviato la questione, ma nulla vieta che in futuro un altro cittadino americano possa formulare la stessa istanza con legittimazione ad agire, dimostrando i terribili danni di una politica così lasciva su un argomento così delicato e pericoloso per la salute delle donne.

 

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