Il 24 Giugno scorso i pro-life americani hanno celebrato il secondo anniversario dell’abrogazione (con la cosiddetta sentenza Dobbs) da parte della Corte Suprema, della sentenza Roe vs Wade, quest’ultima causò – negli ultimi decenni – la morte di oltre 65 milioni di bambini.
La presidente di Susan B. Anthony Pro-Life America, Marjorie Dannenfelser, sostiene che grazie alle leggi pro-life che sono state adottate in ben 24 paesi, si stima che si riusciranno a proteggere ben 200.902 vite ogni anno. Eppure, la stessa ritiene che i pro-life americani non abbiano ancora finito di combattere, perché molte altre sfide li aspettano e mai la Vita è stata così tanto in pericolo come oggi.
«I risultati delle elezioni a Novembre potrebbero eliminare tutti i risultati conseguiti, dato che Joe Biden e Kamala Harris stanno conducendo una campagna apertamente abortista, dichiarando di voler abrogare le leggi statali che sostengono iniziative pro-life, eliminare i centri di aiuto per le donne in gravidanza e ribaltare la sentenza Dobbs», ha spiegato, mettendo in guardia gli altri attivisti pro-life: «Oggi potrebbe essere l’ultima volta in cui festeggiamo questo anniversario. Dobbiamo continuare a organizzarci, a marciare e a votare per combattere la battaglia in difesa della Vita».
Frank Pavone, il direttore dell’associazione Priests for Life, ha spiegato che, nonostante sia giusto riconoscere e celebrare la grande conquista di due anni fa, non bisogna dimenticare che i sostenitori dell’aborto non si sono ancora arresi, e si sono posti l’obiettivo di inserire nelle Costituzioni dei singoli Stati la previsione di un “diritto all’aborto” per poter evitare dibattiti pubblici e un normale, e rigido, procedimento legislativo federale.
Non arrendersi, dunque, sembra essere il messaggio che ci arriva da questi due esponenti del mondo pro-life statunitense, che invitano a resistere e a continuare a battersi per la verità: la vita è sacra dal concepimento alla morte naturale, e non esiste legge che, affermando il contrario, possa legittimarne la soppressione.
Un monito ben preciso anche per noi italiani, se pensiamo al feroce dibattito che ormai da mesi è stato risollevato sull’aborto e se pensiamo che basterebbe poco per avere gli strumenti adatti per combattere proprio questo crimine. Da un lato, infatti, in Parlamento sono già state presentate alcune proposte di legge per riconoscere la capacità giuridica del concepito – e basterebbe solo iniziare a discuterle -, dall’altra proprio nei giorni scorsi Pro Vita & Famiglia onlus ha lanciato la sua ultima campagna nazionale per la diffusione del video “Baby Olivia” nelle principali città italiane. Obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica e chiedere – anche tramite una petizione ad hoc – l’introduzione nei programmi scolastici dell’insegnamento rigoroso e scientifico di come inizia e si sviluppa un embrione nel grembo materno.