Una buona notizia: la pratica dell’utero in affitto ha subito una pesante battuta d’arresto.
Poco fa, a Strasburgo, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha respinto una proposta di legalizzazione e regolamentazione della maternità surrogata in tutti i 47 Stati membri (83 i no, contro 77 sì e 7 astenuti).
Nonostante le due sconfitte già incassate (l’ultima solo qualche settimana fa) dalla risoluzione presentata dalla transessuale belga Petra De Sutter – oltretutto impiegata in una clinica per la fertilità che fornisce anche uteri in affitto a Gand, nel suo Paese – oggi si è discussa una ambigua raccomandazione allegata alla stessa risoluzione. ProVita alcuni giorni fa aveva invitato chiunque avesse voluto a far sentire la propria voce contro tale proposta, che di fatto avallava l’utero in affitto con la scusa della difesa dei bimbi nati da surrogazione. Infatti, l’unica soluzione possibile per difendere davvero i diritti delle donne e dei bambini è vietare e punire questa pratica aberrante. Se si inizia a parlare di “surrogazione altruistica”, andiamo già fuori strada...
Ebbene, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha detto “No” alla raccomandazione. Si tratta evidentemente di una grande vittoria. Sia per le donne, sia per i bambini. Finalmente il Consiglio d’Europa ha fatto il suo dovere: difendere i diritti umani. Che poi sarebbe la missione per cui è stato fondato.
Come ha avuto modo di dichiarare Lorcán Price, di ADF International, rifiutando le idee della signora De Sutter, di fatto l’Assemblea ha riconosciuto che la maternità surrogata, in qualunque modo venga praticata, è una forma di sfruttamento e di mercificazione che viola la dignità di donne e bambini. Le donne infatti diventano incubatrici umane, cui viene strappato il figlio che hanno partorito, e i bambini sono trattati alla stregua di oggetti da comprare e vendere, allontanati senza scrupoli dalla mamma che li ha portati in grembo nove mesi.
Laurence Wilkinson, altro esponente di ADF International, ha sottolineato che ogni persona ha il diritto di conoscere chi sono i suoi genitori. Ma questo diritto spesso viene meno proprio a seguito della maternità surrogata. Il Consiglio d’Europa, certo, non ha approvato la raccomandazione presentata dalla De Sutter. Ciò però non significa che il problema sia definitivamente risolto. Solo quando a livello internazionale verrà messa al bado la pratica dell’utero in affitto, come abbiamo detto, potremmo stare tranquilli.
Intanto però hanno vinto il buon senso e la ragione. Una bella notizia che ci rincuora e ci incoraggia ad andare avanti (ricordiamo le nostre campagne con il Dvd Breeders e la petizione #StopUteroinAffitto).
Redazione
Fonte: ADF International