Ormai dappertutto si parla della nascita di Tobia Antonio, “figlio” di Nichi Vendola e del suo compagno, avuto tramite utero in affitto. Avevamo già fatto cenno ai desideri del leader di Sel.
Ebbene, mia nonna guarda sempre (troppo) la tv. E mi ha chiesto delucidazioni perché proprio non riesce a capire come sia possibile quanto hanno raccontato i giornalisti. Tutti infatti dicono e scrivono che Tobia Antonio è “figlio di Vendola e del suo compagno”, ma è una menzogna gigantesca: mia nonna se n’è accorta.
Io avrei voluto evitare l’argomento, anche perché spiegare certe cose ad un’anziana un po’ malconcia non è affatto facile. Questa volta però non sono riuscito a sottrarmi.
La nonna sa chi sono gli omosessuali e credo l’abbia scoperto in questi ultimi anni a forza di programmi televisivi. Ancora però pensa che si tratti o di depravazione o di scherzo. All’amore e alle storie romantiche gay non ci crede. Figuratevi quando le ho detto che Renzi vuole il “matrimonio” gay... “Ma perché due uomini si vorrebbero e si dovrebbero sposare?“: questa la sua domanda. Si vede che è spaesata.
E intendiamoci, lei non è affatto una baciapile o, come diceva Guareschi, una stacanovista dell’acquasantiera. Anzi, lo spirito di fondo è sostanzialmente anticlericale. Però è una donna di campagna.
Insomma, mia nonna non riesce proprio a capire come facciano due uomini ad avere un figlio. “Non è naturale“, mi ha detto.
Ho provato a parlarle dell’utero in affitto, ma forse è un concetto troppo complicato per lei che ha solo la terza elementare. Allora ho provato a spiegarle i singoli passaggi della procedura. Riproduco qui sotto, per sommi capi, la nostra conversazione.
Io: “Vedi nonna, questi due stanno insieme e vogliono un figlio...“.
Nonna: “Bah, adesso pure due uomini vogliono un figlio? Come fanno?“.
Io: “Dai nonna, stammi a sentire, tu sei antica. Ti dicevo che certo, due uomini da soli non possono fare un bambino“.
Nonna: “Appunto“.
Io: “Appunto. Però oggi la scienza offre tante possibilità e allora senti che cosa hanno fatto. Sono andati in America e lì hanno scelto da un catalogo l’ovulo di una bella ragazza americana. Sai che in alcuni Paesi le donne danno i loro ovuli per queste cose?“.
Nonna: “Ah, si può pure scegliere? E le ragazze fanno tutto gratis? Non credo...“.
Io: “Sì, va bene, sono pagate, ma alla fine lo fanno per rendere felice qualcun altro“.
Silenzio perplesso di mia nonna.
Continuo: “Poi il compagno di Vendola...“.
Nonna: “È un bel ragazzo, più giovane di lui!“.
Io: “Sì, lui ha unito il suo seme a quell’ovulo in una provetta. E poi hanno messo tutto nella pancia di un’altra donna“.
Nonna: “O Signore, ma davvero?“.
Io: “Certo! È vero. Non ti va bene? Pensa quanto amore! Quella donna sarà stata contenta di aiutare gli altri due a diventare genitori!“.
Nonna: “Le donne sono diventate matte. Svergognate! Come si può accettare una cosa simile? Ma l’ha fatto gratis?“.
Io: “Nonna, ma pensi solo ai soldi!“
Nonna: “Senza soldi non si fa nulla, te lo dico sempre“.
Io: “Ok, sì l’hanno pagata. Pare 135.000 dollari“.
Nonna: “Cosa? Allora è una cosa per ricchi. Ma Vendola non era comunista? Io l’ho sempre detto che i politici sono tutti uguali... Magari ha usato i soldi nostri per questa schifezza...“.
Io: “Dai, lui se lo può permettere e l’ha fatto. E così è diventato papà. Per i figli questo e altro, no?“.
Nonna: “Per i figli? Ma il bambino così diventa come un pacco... E poi, quale papà? Di padre ce n’è uno solo! E se il seme l’ha messo il compagno, lui è il padre. Vendola allora cosa ha fatto?“.
Io: “Ha pagato“.
Nonna: “Ma allora non è il padre. Si fa chiamare così solo perché ha comprato il bambino e ha messo i soldi. E la madre del piccolo dov’è? In America?“.
Io: “Sì, ma in realtà la mamma non c’è. Perché si firma un contratto e si decide che la donna che l’ha partorito non dovrà più aver niente a che fare col bambino. Tanto alla fine l’importante è crescere bene con due genitori che ti vogliono bene, no?“.
Nonna: “Povera creatura... Quando andrà a scuola cosa dirà? Che ha due papà? Che roba! Non sanno più cosa inventarsi. Sono degli egoisti. Adesso pure due uomini vogliono i figli... Io non avrei mai creduto di arrivare a vedere queste cose. Ma in Italia è permesso tutto questo?“.
Io: “In Italia no, ma loro sono andati all’estero“.
Nonna: “Falsi. Come tutti i politici! Fosse per me li arresterei. Altrimenti che senso ha dire che da noi è vietato? Qua finisce male, Federico mio... Non so che futuro vi aspetterà a voi giovani, ma non mi pare che stiamo sulla strada giusta...“.
Mia nonna, come dicevo, è anziana e non posso pretendere che capisca certe cose. Inutile starle a parlare della stepchild adoption e della volontà dei politici di fare adottare i bambini alle coppie omosessuali. Non ha le categorie mentali per comprendere tutto ciò.
Alcune persone non vogliono sentir parlare di progresso e civiltà.
Mia nonna – sarà l’ignoranza – crede ancora fermamente che un bambino abbia bisogno di un padre e di una madre. E dice, poverina, che due uomini e due donne non possono e non devono avere figli. “Stessero per conto loro, ma lascino stare i bambini“, sostiene.
Ma la sua generazione sta passando, mentre l’Italia finalmente si sta aprendo alla modernità. Bisogna dare tempo al tempo... O forse incominciare a invertire la rotta e lottare per tornare al buon senso antico?
Federico Catani