Una coppia di australiani affitta l’ utero di una donna thailandese che porta avanti la gravidanza di due gemellini, un maschio ed una femmina.
Purtroppo al terzo mese viene certificata la sindrome di Down al maschietto che, una volta nato, viene abbandonato alla madre surrogata, colpevole di non averlo voluto abortire. Gli australiani si portano via solo la bambina sana.
La ricca coppia ha trattato la questione con gli stessi criteri di un negozio di elettrodomestici: se la merce è difettosa, deve esser mandata al produttore.
Il piccolo Gammy, oltre a soffrire della sindrome della trisomia 21, ha anche una patologia al cuore che necessita di cure molto costose.
Il medico che lo ha in cura ha aperto una sottoscrizione pubblica per raccolta fondi a cui stanno rispondendo da tutto il mondo.
La donna che per un profondo stato di indigenza aveva deciso di affidarsi ad un’agenzia per vendere il proprio utero, è rimasta l’unica madre di Gammy e lancia un appello: “Fate attenzione se affittate il vostro corpo: se qualcosa va male nessuno vi aiuterà.”
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Il governo tailandese ha deciso di imporre delle restrizioni all’utero in affitto: si propone addirittura di bandirlo del tutto. Per ora si prevede una uova normativa per cui i compratori devono essere sposati, eterosessuali e devono dimostrare con certificati mendici di essere totalmente infertili. Il contratto deve essere valutato “altruisticamente” e la madre surrogata deve restare in relazione con i committenti. Se tale legge verrà varata e applicata si prevede che segnerà la fine di un commercio in grandissima espansione.
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Redazione