Notizia Ansa di oggi, 8 gennaio: una donna di mezza età dà l’utero in affitto alla figlia e partorisce la nipote.
Sarà nonna e mamma della nipote, o mamma e nonna della figlia? E la bambina: sarà figlia della nonna e sorella della mamma? O sarà nipote della mamma e sorella della figlia della nonna? (*)
Tracey Thompson, 54 anni, in Texas, ha partorito Kalcey, 2,8 chilogrammi: “Kal” da Kelly, il nome della madre biologica e committente e “cey” da Tracey, nome della mamma gestazionale e nonna biologica.
L’Ansa dice che la Kelly, col marito, si erano sottoposti a lunghe cure per la infertilità senza successo. Così, dato che erano “rimasti” quattro “embrioni fertilizzati“, li hanno impiantati nell’utero di Tracey, da 7 anni in menopausa, che però ha portato avanti senza problemi la gravidanza.
Ora “nonna e bimba” stanno bene.
Consentiteci qualche nota a margine:
1 – Quattro embrioni “rimasti”: quanti ce n’erano prima? Quanti sono stati sacrificati? E meno male che almeno una bambina si è salvata. Figuratevi la scena:
“Mamma, ne sono rimasti quattro” – disse Kelly aprendo il freezer. “Portameli, che te li cuocio io!“, disse Tracey. Ma “Ops, me se ne sono bruciati tre... beh uno è venuto proprio bene!” : Ormai si parla di esseri umani come di bastoncini Findus.
2 – “Embrioni fertilizzati”, dice l’ANSA. E che vuol dire? Casomai “ovuli fertilizzati, cioè embrioni”. La sciatteria nel linguaggio rivela la scarsa considerazione di ciò di cui si parla. Si parla di esseri umani. Ciascuno di quegli embrioni aveva occhi, voce, intelligenza, attitudini, corporatura e... cuore, ognuno diverso dall’altro. Irripetibile. Pezzi unici. Fossero stati anelli o statuine, li avremmo considerati di un valore inestimabile – pezzi unici, appunto. Sono embrioni? Si possono montare, smontare, surgelare, scongelare, buttare... Complimenti, comunque, per il “fertilizzati”: dà una nota agreste, sa di campagna, natura... l’ecologia ci sta sempre bene!
3 – “Nonna e bimba”: non hanno avuto il coraggio di scrivere la verità: “nonna e figlia”... Perché chi tiene nove mesi in grembo una creatura e la partorisce è madre. Non è nonna. Il sangue e la carne di quella bambina, sono quelli della nonna, non della “madre biologica”.
Questo caso di utero in affitto, anzi, in comodato (poiché probabilmente non c’è stato dietro alcun mercato) potrebbe andar meglio di altri precedenti casi in cui mamma biologica e nonna-mamma alla fine si sono litigate il figlio in tribunale e non si sono più guardate in faccia per la vita.
Però: già le nonne “normali” tendono – a volte – a interferire nell’educazione dei nipoti, o le figlie pretendono – a volte – oltre limiti consentiti dalla decenza che le nonne facciano da baby sitter. In questo caso ci sarà una ragione in più per la nonna di intervenire e una ragione in più per la mamma biologica di “scaricare” la bambina.
E, infine, c’è qualche buon motivo (*) per ritenere che la bambina – se le diranno la verità, cioè che è stata regalata dalla mamma vera che è anche nonna alla sorella che fa da mamma perché ci ha messo un ovocita – crescendo potrà avere problemi di “confusione” affettiva...
Ma in fondo è un ex “embrione fertilizzato”: chisseneimporta.
Francesca Romana Poleggi