L’utero in affitto è la moderna schiavitù del XXI secolo.
La neolingua ha coniato espressioni neutre o più suadenti per descriverlo: maternità surrogata, gestazione per altri o gestazione di sostegno. Meglio ancora è ridurre il tutto ad una sigla totalmente asettica, un po’ come IVG suona meglio di aborto, così GPA suona davvero meglio di “utero in affitto”.
I nostri lettori non ci cascano e conoscono bene come funziona questo mercato di donne e bambini.
Dovrebbe essere considerato dovunque un abominio, ma nei Paesi poveri le donne disperate si vendono per sfuggire alla miseria, nei Paesi ricchi è consentito dal libertarismo radicale di chi ritiene che qualsiasi merce vada prodotta se c’è una domanda disposta a pagare per essa, a scopo di profitto.
Sia negli uni che negli altri l’industria della provetta e le cliniche intermediarie che reclutano le schiave e forniscono la merce rosea e paffuta ai ricchi clienti fanno affari miliardari, per cui coloro che condannano questa ignobile pratica “senza se e senza ma” sono prevalentemente i soliti retrogradi – magari cattolici e omofobi – che non sanno adeguarsi alla moda e alle esigenze del politicamente corretto, e non riconoscono il “diritto a un figlio” alle persone che per natura non possono averne.
A noi non importa quali epiteti ci affibbiano: i bambini non si comprano e gli uteri non si affittano.
Per spiegare l’ignobile mercimonio a chi non ne sapesse ancora niente, offriamo questo utile strumento: un video di tre minuti, realizzato dalla Manif Pour Tous, chiaro e comprensibile a tutti.
Redazione
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI
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