La battaglia di Pro Vita & Famiglia – insieme con Giuristi per la Vita – per la tutela di una civiltà di giustizia, verità e rispetto è stata per ora vinta. Una vittoria che ha dato ragione, in primo grado, a chi si è giustamente indignato per le blasfemie e le offese del fotografo Oliviero Toscani contro la religione cattolica e l’iconografia religiosa.
Il 2 maggio del 2014, infatti, intervenendo nella trasmissione radiofonica “La Zanzara” e interpellato dai conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo sul tema della pedofilia nella Chiesa, il fotografo si è lasciato andare ad offese e accuse pesanti, con la metafora di essere un marziano atterrato in una chiesa.
«Vedi uno inchiodato alla croce», disse, «un altare con bambini nudi che volano… Poi quell’altro sanguinante… la Chiesa sembra un club sadomaso». Toscani, inoltre, accusò Papa Francesco di dire «cose banali» e Papa Giovanni Paolo II, canonizzato qualche anno prima, di essere «un assassino» che «era contro il preservativo in Africa».
Frasi che non lasciavano spazio all’interpretazione e non potevano essere etichettate come “semplice” cattivo gusto. Toscani è stato così condannato in primo grado, su richiesta del pm Stefano Civardi, ad una multa di 4 mila euro per vilipendio della religione cattolica.