28/12/2020 di Francesca Romana Poleggi

28 dicembre: festa dei Santi Innocenti

Oggi la Chiesa ricorda il martirio dei bambini uccisi da Erode.
I Cristiani che pregano l'Ufficio delle letture, avranno visto la lettura tratta dai «Discorsi» di san Quodvultdeus, vescovo (Disc. 2 sul Simbolo; PL 40, 655).
Ne riproponiamo ampi stralci per i nostri Lettori: non possiamo non cogliere l'attualità di queste riflessioni, perfettamente applicabili alla moderna strage di innocenti che si pratica tutt'oggi con l'aborto (mentre postiamo questo articolo il contatore degli aborti segna 42 milioni e passa di morti, quest'anno) e con la fecondazione artificiale (dato non quantificabile, ma di proporzioni ancor più spaventose, con cui arriviamo e superiamo certamente i cento milioni).
Purtroppo a differenza del tempo di Erode, oggi sono madri e padri che con l'aborto volontario uccidono i propri figli. Ma noi siamo certi che la maggior parte di essi «non sanno quello che fanno» e quando presto o tardi se ne rendono conto uniscono i loro pianti e lamenti ai gemiti strazianti delle piccole vittime, che - pur silenziosi - giungono certamente fino al Cielo. 
 
San Quodvultdeus si rivolge a Erode:
   «Le madri che piangono non ti fanno tornare sui tuoi passi, non ti commuove il lamento dei padri per l’uccisione dei loro figli, non ti arresta il gemito straziante dei bambini. La paura che ti serra il cuore ti spinge ad uccidere i bambini e, mentre cerchi di uccidere la Vita stessa, pensi di poter vivere a lungo, se riuscirai a condurre a termine ciò che brami...».
   «I bambini, senza saperlo, muoiono per Cristo, mentre i genitori piangono i martiri che muoiono. Cristo rende suoi testimoni quelli che non parlano ancora». 
   «O meraviglioso dono della grazia! Quali meriti hanno avuto questi bambini per vincere in questo modo? Non parlano ancora e già confessano Cristo! Non sono ancora capaci di affrontare la lotta, perché non muovono ancora le membra e tuttavia già portano trionfanti la palma della vittoria».
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