COMUNICATO STAMPA
8 MARZO
Pro Vita & Famiglia: «Basta mortificare la donna trasformandola in uomo»
Roma, 7 marzo 2021
“Stiamo vivendo un periodo storico che mortifica la donna incoraggiandola a divenire come un uomo. Riconoscere la dignità della donna significa invece valorizzarla nella sue peculiarità e non trasformarla. Per questo e con questi obiettivi abbiamo lavorato a una mozione che sarà presentata in numerosi consigli comunali e regionali”: parte così la nota di Pro Vita e Famiglia per la Festa della donna dell’8 Marzo 2021.
“Uomo e donna non sono uguali ma complementari, diversi in tutto, dai genitali agli ormoni, e persino nel cervello. E noi vogliamo combattere le ingiuste e ignominiose discriminazioni verso le donne, vogliamo riconoscere la loro libertà di realizzarsi, secondo la loro autodeterminazione, sia nel lavoro, sia come madri e mogli” ha dichiarato Maria Rachele Ruiu, del direttivo della onlus.
“Il nostro lavoro - ha specificato Francesca Romana Poleggi, sempre membro del direttivo - è quello di VALORIZZARE LA PRESENZA DELLA DONNA NEI LUOGHI DI LAVORO E DI SOSTENERE LE DONNE CHE ACCOLGONO LA MATERNITÁ chiedendo di aumentare il congedo obbligatorio fino ad un anno e di sostenere i datori di lavoro perché si possano permettere di offrire alle mamme che lo desiderano forme di lavoro flessibili. Ma non solo. TUTELIAMO LA SALUTE DELLA DONNA: INFORMIAMOLA in modo veritiero, corretto e completo sulle patologie tipicamente femminili e sui rischi connessi alle decisioni in materia di salute sessuale e riproduttiva (aborto, fecondazione artificiale e contraccezione). E TUTELIAMO LE DONNE DALLA CONCORRENZA SLEALE DEGLI UOMINI: un’atleta donna nasce donna, non diventa donna a forza di ormoni, uomini che “si sentono donne” non possono gareggiare in sport femminili”.
“E’ ora di dire davvero basta allo sfruttamento del corpo della donna: le donne non sono un oggetto sessuale: basta pornografia, tratta e pratica dell’utero in affitto! LE DONNE MERITANO DI PIÚ! SONO DI PIÚ! Pro Vita e Famiglia sarà sempre #dallapartedelledonne” ha concluso Maria Rachele Ruiu.