«Chi mi conosce sa che non amo molto le giornate dedicate a un particolare tema o a determinate persone, quasi che si voglia creare singole categorie. Prendo, allora, queste giornate come un invito alla riflessione che deve poi tradursi in azioni concrete da compiersi durante gli altri 364 giorni dell’anno. L’attenzione deve essere costantemente mantenuta alta» Così all'Adnkronos Suor Anna Monia Alfieri, Cavaliere al Merito della Repubblica, volto noto della televisione e paladina delle scuole paritarie in merito alla Giornata Internazionale della Donna che si celebra oggi, 8 marzo.
«L’8 marzo dovrebbe essere l’occasione per puntare l’attenzione su determinati temi e, a partire dal 9 marzo si prosegue, ognuno per la propria parte, a lavorare perché si trovino soluzioni ai problemi discussi il giorno precedente, allora i discorso cambia. Diversamente rimango ferma sulla mia posizione. A cosa dobbiamo dunque pensare oggi? Per quanto mi riguarda: - evidenzia Suor Anna Monia Alfieri - alle bambine avvelenate in classe nelle scuole iraniane ma penso anche ai loro compagni maschi che crescono in un aberrante clima di odio; alle donne sole che partono con i loro figli ancora piccoli alla volta delle coste del nostro Occidente ma penso anche ai loro mariti, soli, in patria o in qualche parte del mondo; alle donne ucraine e russe ma penso anche ai loro mariti che combattono una guerra assurda, come assurde sono tutte le guerre; alle tante staffette partigiane che con le loro biciclette garantivano la comunicazione tra le diverse brigate del Cln e, arrestate, non hanno tradito nonostante le violenze: queste donne, con i loro sacrifici, hanno scritto la Costituzione esattamente come le donne elette alla Costituente».
E ancora: «alle donne vittime della violenza, in qualsiasi tremenda forma essa possa manifestarsi, alle donne discriminate sui posti di lavoro e a coloro che cedono al compromesso per fare carriera. Mi chiedo quale significato ha regalare il ramoscello di mimosa se poi chi lo fa assume comportamenti che dicono ben altro rispetto a quello che il ramoscello di mimosa vuole rappresentare? Credo che occorra formare i giovani a un nuovo umanesimo che faccia del rispetto della persona il centro e il discrimine di tutto, di ogni scelta personale, familiare, comunitaria, nazionale. Allora ben venga l’8 marzo se diventa occasione per cercare di trovare soluzioni che eliminino le diverse forme di iniquità presenti nel nostro mondo» conclude Suor Anna Monia Alfieri.
Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.