Nonostante il governo di centrodestra e l’accresciuta attenzione che, in generale, si riserva da alcuni anni al tema - anche grazie al monitoraggio costante che Pro Vita e Famiglia assicura su tale versante -, le iniziative parziali se non ideologiche che nelle scuole vengono promosse, purtroppo, continuano ad esserci. Prova ne è Safe sex, preserva...ti!, un progetto della Azienda Usl Toscana Centro di per sé non nuovo, risalendo allo scorso agosto 2023, ma che seguita ad esser proposto.
Secondo infatti quanto segnalato a Pro Vita e Famiglia da alcuni genitori, che per comprensibili ragioni di tutela della privacy intendono restare anonimi, questo progetto il prossimo 7 marzo sarà presentato a Firenze presso il Liceo Artistico Statale di Porta Romana e Sesto Fiorentino. Questi genitori hanno appreso di tale iniziativa “semplicemente” visionando la sezione Promemoria del Registro Elettronico, dove il relativo avviso – senza alcun dettaglio specifico su che cosa si tratti - è apparso senza altre indicazioni, senza neppure necessità di presa visione da parte dei genitori, come per una assenza, un ritardo, o una delle consuete comunicazioni in bacheca.
Il progetto Safe sex, preserva...ti! nella succitata scuola verrà proposto in una classe seconda (ma in generale è rivolto a insegnanti e studenti di secondo e terzo anno), quindi a ragazzi di 15-16 anni. A parte trattarsi di una probabile invasione del campo educativo su temi sensibili – che spettano in primo luogo alle famiglie -, molto di più non è possibile sapere di tale iniziativa. Sulla stessa pagina dell’Asl, infatti, si parla di "esperti" ma non sono specificati né il ruolo né il titolo, con la conseguenza che i genitori non possono per ora sapere il curriculum di chi parlerà ai loro figli di “sesso sicuro”.
Tutto ciò suona abbastanza singolare, dato che – anziché confidare in una sorta di tacito assenso delle famiglie - sarebbe obbligatorio produrre e distribuire in maniera puntuale un documento informativo, che preveda il consenso informato da parte dei genitori e l'organizzazione di una attività alternativa in contemporanea per chi non desidera partecipare. Tutto ciò senza dimenticare un aspetto a dir poco rilevante, che è questo: anche volendo sorvolare sulle forti criticità etiche che interessano il tema, iniziative come quella in questione rischiano di essere di dubbia efficacia.
Infatti pare opportuno chiedersi: ma «aumentare la consapevolezza sulle conoscenze legate alla salute sessuale, informando sulle principali Malattie a Trasmissione Sessuale e stimolando il dibattito sulle scelte e sull’uso corretto del preservativo» - questo, come si legge sullo stesso sito dell’Asl, si propone di fare Safe sex, preserva...ti! – è una ricetta funzionale? Come Pro Vita & Famiglia, e non solo, instancabilmente prova ad evidenziare da anni dati e statistiche alla mano, la risposta è negativa: l’educazione sessuale, tanto più se ridotta ad una sorta di apologia della contraccezione, è una ricetta inefficace. Ideologica perché scavalca le famiglie in una loro sacrosanta prerogativa, e inefficace perché non raggiunge gli scopi per cui è preposta.
Appare pertanto difficile dissentire dal disagio di quelle famiglie che, da tempo, continuano a segnalare iniziative proposte ai loro figli pressoché a loro insaputa. Già oggi risulta assai dura - per numerose e note ragioni - riuscire a formare in modo sano, sereno ed equilibrato le giovani generazioni; se poi anziché dare un contributo istruttivo e anche educativo, le scuole si prestano a iniziative poco utili se non dannose, ecco, tutto si complica ancora di più. E il disappunto di padri e madri risulta, a questo proposito, decisamente fondato.