“Papà porta la gonna”, “La Signora Zazie ha il pistolino”: sono solo alcuni dei, chiamiamoli così, materiali formativi promossi dal Governo francese alle scuole per indottrinare alla cultura gender i bambini con la scusa della lotta all’omofobia.
I genitori non sono però stati a guardare ed hanno deciso di organizzare una serie di scioperi, tenendo i propri figli a scuola in giornate prestabilite, sino a quando tali strumentalizzazioni dei più piccoli non si interromperanno.
L’ultimo sciopero è stato il 31 marzo e ben 31.548 bambini sono stati trattenuti a casa da famiglie preoccupate per l’integrità e la serenità della loro crescita.
Il Governo francese si è limitato a liquidare il tutto come un “movimento marginale” che cerca di “alimentare paure irrazionali” dimostrando di non voler contribuire a cambiare le mentalità degli studenti, così come richiesto e voluto dalla struttura del Ministero dell’Educazione nazionale.
Il popolo francese, utilizzato quasi fosse un gruppo di topi da laboratorio a cui sottoporre di tutto, ha già dato ampia prova di sapersi ribellare e voler riprendere in mano il proprio destino, anche tramite l’educazione dei figli. Del resto, il movimento Manif Pour Tous è nato a Parigi e poi mutuato in altre realtà nazionali. Questo vento di ribellione, basato sul mantenimento dei valori tradizionali, speriamo erga a modello anche in un’Italia che, ad ora, non sembra ancora particolarmente cosciente del disegno a cui è sottoposta.
Redazione