Il tema dell’ aborto è entrato nella campagna elettorale di Andorra.
Il 1° marzo si terranno infatti le elezioni legislative nel piccolissimo Paese pirenaico, che ha la particolarità di avere due capi di Stato: il presidente della Repubblica francese e il vescovo della diocesi spagnola di Urgell.
Ebbene, in questi giorni i partiti politici si stanno confrontando principalmente sulla riforma della Costituzione e, per l’appunto, sulla possibilità di depenalizzare l’ aborto, che a tutt’oggi è ad Andorra è punito col carcere, fatta eccezione nel caso in cui si sia reso necessario per salvare la vita della madre.
Le forze di centrodestra, attualmente al governo, anche per non creare urti istituzionali con il “co-principe” ecclesiastico, hanno intenzione di mantenere lo status quo. I partiti progressisti, invece, hanno dichiarato che, nel caso di vittoria elettorale, si impegneranno a consentire l’aborto in determinati casi.
Come si vede, persino gli Stati più conservatori o, meglio, più conformi al diritto naturale, subiscono ormai il soffio di un vento nuovo e dirompente in tema di presunti diritti civili. Si potrebbe dire che quanto accade ad Andorra, vista la sua particolarità e il suo ruolo nello scacchiere europeo ed internazionale, ha poca rilevanza. Ma è pur vero che il dibattito politico attualmente in corso è un segno evidente di come si faccia sempre più forte la pressione psicologica per adeguarsi ai “tempi moderni”.
Senza curarsi del diritto alla vita del nascituro innocente.
Fonte: La Vanguardia
Federico Catani