22/11/2015

Aborto – Bimbo sepolto in giardino è cultura della morte

Nel padovano è stato ritrovato un bimbo morto, forse frutto di un aborto tardivo, forse di un infanticidio, forse un aborto spontaneo.

Il corpicino era stato seppellito in un giardino. A commento della triste vicenda riceviamo e pubblichiamo questa lettera della presidentessa del CAV di Campodarsego.

Desidero far sentire la voce dei Centri Aiuto alla Vita sparsi in tutta Italia, facendo mie le  parole dell’amico Ubaldo Camillotti circa la notizia riportata oggi dai giornali, una notizia di quelle che lasciano senza parole. Una diciasettenne dopo aver partorito un bimbo lo avrebbe sepolto nel giardino di casa.

A queste notizie dovrebbe seguire il silenzio e la preghiera. Ma si sente anche il bisogno di dire qualcosa, forse per liberare la coscienza da un peso, da un sentimento di corresponsabilità con quanto è accaduto.

Io sento anzitutto il bisogno di rivolgermi a questa giovane. Lo faccio con le parole, che non hanno bisogno di commento, con le quali Giovanni Paolo II, nella Enciclica Evangelium Vitae, parla alle donne che non hanno accolto una nuova vita. “Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere, piuttosto ciò che si è verificato e interpretatelo  nella sua verità: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione. Vi accorgerete che nulla è perduto e potrete chiedere perdono anche al vostro bambino, che ora vive nel Signore” (E.V. §99).

Noi tutti volontari per la vita sentiamo la necessità di ribadire l’urgenza di una nuova “Cultura della Vita” che, nel rifiuto di ogni ipocrisia, che porta spesso a giudizi di condanna degli altri, ci aiuti a riscoprire tutta la verità sull’uomo e sull’inizio della sua vita e ad offrire vera solidarietà a chi soffre.

Sentiamo il bisogno di chiedere a tutti di far conoscere l’attività dei Centri di Aiuto alla Vita, i servizi offerti, le loro sedi, le opere del Movimento per la Vita come: il numero verde SOS Vita (8008-13000), attivo 24 ore su 24, al quale può rivolgersi una donna in difficoltà per una gravidanza difficile o inattesa, ora attivo anche sul web, e il Progetto Gemma grazie al quale si propone l'”adozione” di una mamma e del suo bambino.

Aggiungerei che fatti del genere denotano una quasi totale assenza di un’educazione dei giovani ai valori della vita, ad una sana e corretta educazione affettiva e sessuale. Noi ci proponiamo con i nostri programmi e iniziative nelle scuole e nelle parrocchie mettendo a disposizione esperti in materia per parlare ai giovani e far capire l’importanza di una sessualità responsabile che porti un domani ad una genitorialità responsabile.

Forse se quella giovane avesse conosciuto le opportunità offerte dal Volontariato per la Vita cioè aiuti concreti, valide alternative all’aborto e non “mere parole”, avrebbe fatto una scelta diversa.

Lo diciamo sulla base dei dati relativi alla attività dei CAV. Si può stimare che in 40 anni di attività siano nati in Italia, grazie ai Centri Aiuto alla Vita, oltre 170.000 bambini e che siano state assistite circa 600.000 donne molte delle quali vengono ospitate nelle case di accoglienza, o presso famiglie, o in case in affitto gestite dai CAV. Mai nessuna di questa donne si è lamentata o pentita della scelta fatta.

E’ questa la migliore conferma della reale “amicizia” del Volontariato per la Vita verso la donna ed il suo bambino, ed insieme la dimostrazione della capacità di offrire condivisione ed  aiuto usando solo Gratuità e Solidarietà che sintetizzano la proposta per una nuova Cultura della Vita. Una Cultura che senza tradire la verità sia in grado di costruire una società in cui l’uomo sia valorizzato per ciò che è e non per ciò che ha, accogliendo tutti, proprio come una mamma che, con le braccia aperte, accoglie i suoi figli e trasmette la gioia della speranza, perché la Vita è speranza.

Patrizia Masello, a nome del Centro Aiuto alla vita di Campodarsego

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