Donald Trump ha scelto di lottare contro l’aborto.
Il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti d’America ha deciso di sostenere la la difesa del diritto alla vita.
Trump, come si sa, è un uomo pragmatico, che nella sua carriera ha fatto di tutto. Non ha grandi ideali e sui temi etici ha sempre mostrato diverse ambiguità e, soprattutto, sostanziale indifferenza. Ora però si è schierato nettamente e con grande coraggio. Dobbiamo prenderne atto e salutare questa svolta con gioia.
D’altra parte, sappiamo benissimo chi è la sua sfidante: Hillary Clinton incarna la cultura della morte nel senso più ampio possibile. E, limitandoci solo alle questioni che ci stanno a cuore, la candidata democratica alla Casa Bianca rappresenta il male. Senza ombra di dubbio. La Clinton è convintamente abortista, favorevole alla manipolazione degli embrioni, imbevuta di ideologia omosessualista, anti-cattolica,... Potremmo continuare a lungo, ma è già molto chiaro anche così.
Tornando a Trump, su UsaToday leggiamo con piacere che ha lanciato una Pro-Life Coalition. In una lettera inviata a tutti i leader pro-life degli Stati Uniti, chiedendo il loro sostegno, ha promesso che, qualora venisse eletto presidente, combatterà radicalmente l’aborto.
Il candidato del Partito Repubblicano si impegna a nominare giudici anti-abortisti alla Corte Suprema. Peraltro, dopo la morte del pro-life Antonin Scalia, c’è un posto vacante.
Poi promette di approvare il “Pain-Capable Unborn Child Protection Act“, ovvero la legge per impedire di praticare aborti sui bambini che già percepiscono il dolore.
“The Donald” scrive poi che negherà finanziamenti pubblici a Planned Parenthood, la grande multinazionale dell’aborto, macchiatasi pure dell’orrendo e macabro mercimonio di pezzi di bambini abortiti.
Infine, Trump ha messo nero su bianco che renderà permanente l'”Hyde Amendment“ che attualmente deve essere riapprovato anno per anno. Si tratta di un provvedimento con cui si impedisce di utilizzare il denaro dei contribuenti americani per finanziare l’aborto, tranne nei casi di incesto e stupro.
Trump sa che il tema del diritto alla vita è molto caro e addirittura determinante per milioni di elettori statunitensi (noi europei in questo abbiamo solo da imparare) e sa anche che, secondo recenti sondaggi, il 62% dei cittadini si oppone a finanziare pubblicamente l’aborto. E tra questi c’è anche un 45% di abortisti!
Per questo, ha scelto come vice-presidente il cristiano Mike Pence, conservatore da anni impegnato a favore della vita, e si è circondato di collaboratori come Tony Perkins, presidente del FRC Action, legato al Family Research Council, e Troy Newman, presidente di Operation Rescue.
Alla guida della Pro-Life Coalition, Trump ha nominato Marjorie Dannenfelser, presidente della Susan B. Anthony List, influente organizzazione che dal 1993 si occupa di favorire l’elezione di personale politico antiabortista, soprattutto donne (Susan B. Anthony, fondatrice del femminismo made in Usa era assolutamente contraria all’aborto).
Da notare che la Dannenfelser era inizialmente ostile al candidato repubblicano. Ora ha cambiato idea. E con lei, forse, anche molti conservatori diffidenti verso The Donald.
Federico Catani