Abbiamo più volte riportato le conclusioni scientifiche dei ricercatori che hanno rilevato il “link ABC” (Abortion Breast Cancer), cioè il legame che c’è tra l’aborto procurato e l’insorgere del cancro al seno.
Lo studio più recente, del 2016, viene di nuovo dall’India: rielabora i dati rilevati dagli studi condotti nell’Asia meridionale (India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka) dal 2008 in qua.
In base a questi dati il rischio di cancro al seno a seguito di aborto aumenta del 2.000 percento (20 volte).
Ne parla il dottor Joel Brind, professore dell’istituto di Biologia Umana e Endocrinologia e vicepresidente di quello di Biologia al Baruch College, City University di New York, dove insegna dal 1986. Svolge attività di ricerca sul link ABC dal 1992, ed è co-fondatore dell’Istituto di Prevenzione del cancro al seno dal 1999.
Brind spiega perché la comunità scientifica internazionale si ostina a negare l’esistenza del rischio di cancro per le donne che abortiscono.
Dice che gli autori di questo lavoro (2016, Nagrani et al.) – come tutti coloro che minimizzano o negano l’esistenza del link ABC, che certamente è un link “politicamente molto scorretto” – attribuiscono il dato al recall bias, “errore sistematico di memoria”.
Il problema è questo: si identifica un gruppo di donne con cancro al seno (i “casi”) e un gruppo di dimensioni simili di donne simili che non hanno il cancro al seno (i “controlli”) . Poi, tramite questionari e / o interviste, si scopre che sono di più le donne con il cancro (i “casi”) che hanno avuto aborti rispetto a coloro che non hanno avuto un aborto (i “controlli”). Ma – dicono i ricercatori – le donne che non hanno il cancro è più probabile che neghino eventuali aborti avuti nel passato.
Con questa scusa nel 2003, la US National Cancer Institute (NCI) ha stabilito la non esistenza del collegamento ABC come “verità” ufficiale per tutto il mondo.
Ma il recall bias, può spiegare un’incidenza del rischio 20 volte maggiore?
Tornando allo studio Nagrani, esso rileva che il rischio di cancro per le donne che hanno avuto un solo aborto aumenta effettivamente di poco: solo del 10%. Ma dal secondo aborto in poi il rischio aumenta esponenzialmente dal 58 al 108%.
La questione del recall bias, allora, vale solo per le donne che hanno avuto più aborti, mentre quelle che hanno avuto un solo aborto sono state sincere?
Inoltre, la questione dell’errore sistematico di memoria non regge nell’analisi dei dati cinesi: lì gli aborti forzati dalla crudele politica del figlio unico non possono essere cancellati o negati, né dalla memoria delle donne, né dagli atti amministrativi degli Uffici per la pianificazione familiare...
Ricordiamo, infatti, che alla fine del 2013, il dott. Yubei Huang e colleghi hanno pubblicato una revisione sistematica e una meta-analisi di 36 studi in Cina. Hanno riferito un incremento complessivo del 44% del rischio di cancro al seno tra le donne con uno o più aborti; e un aumento dell’ 89% del rischio tra le donne con tre o più aborti.
E negli ultimi 10 anni, da Iran, Kazakistan, Egitto, Palestina, Iraq, Turchia, Armenia, Messico, altri dati sono risultati coerenti con le conclusioni degli studi cinesi che confermano il link ABC.
Infine, il dottor Brind solleva diversi dubbi su alcuni degli autori dello studio citato: essi lavorano per le agenzie governative degli Stati Uniti (come la già citata NCI) che si ostinano a negare il link ABC: “Evidentemente – dice Brind – le attività internazionali finanziate dai denari dei contribuenti americani servono a insegnare agli epidemiologi asiatici come per coprire il link ABC”.
Considerando l’ostinazione abortista dell’amministrazione USA e degli organismi internazionali in cui essa è molto ben rappresentata, non ci stupirebbe se i suoi sospetti fossero veritieri.
Redazione
Fonte: Lifenews.com