18/08/2015

Aborto e cuore maschile

 Proponiamo ai nostri lettori questo articolo che è stato pubblicato sul mensile Notizie ProVita (settembre 2013): meritava di essere letto e merita di non essere dimenticato: “L’aborto e il cuore maschile”

Il trauma dell’aborto si trasmette di generazione in generazione, anche tra i sopravvissuti.

“Da quel momento, a ora incerta, la mia agonia ritorna, e finché non ho raccontato la mia storia, il mio cuore dentro di me brucia”. (Coleridge)

Dopo la pubblicazione del mio Lui e l’aborto. Viaggio nel cuore maschile (San Paolo Ed., 2013) sono rimasto colpito da una lettera tra le tante che ho ricevuto.

“Caro Vanni, ho 41 anni; da molto tempo i miei genitori sono morti, dopo una lunga malattia, e ne sono dispiaciuto sinceramente. Prego per loro e mi mancano tanto!  Ma c’è una cosa che le confido per chiederle aiuto. Durante i litigi in famiglia, in alcuni di quei momenti di rabbia in cui ci si tira addosso le parole più brutte, seppi che i miei genitori, dopo aver avuto altri figli, avevano voluto due aborti. Ricordo frasi di mia madre come: ‘Se avessi saputo che sareste diventati così, sarei andata a buttare anche voi’. Parole terribili, che mi rimangono dentro e che fanno sanguinare spesso il mio cuore. Ricordo che mi sentii raggelare, chinai la testa in silenzio e uscii fuori.  Amo mia madre e sono addolorato per le sue sofferenze e la sua morte. Ma quella frase ancora mi fa male. Le chiedo aiuto per poter pacificare questo punto della memoria dei mei genitori”.

Ecco la mia risposta.

“Caro amico, le sarà utile ciò che ho scritto sui percorsi di guarigione per il cuore maschile toccato dall’aborto, svolti in diversi Paesi occidentali, ma assenti in Italia dove l’approccio ideologico alla questione dell’aborto ci nega la consapevolezza del male provocato da quest’orrore. Chiave di queste terapie è trovare la forza di comprendere l’altro e perdonarlo.

Per stare meglio, deve comprendere che anche sua madre è stata una vittima: dell’orizzonte culturale che da mezzo secolo ci acceca facendo passare l’uccisione di milioni di bambini come un evento banale e privo di conseguenze. Che invece ci sono: la morte efferata di un essere umano indifeso, e le conseguenze psicologiche che hanno distrutto la vita delle donne e degli uomini che hanno scelto l’aborto.  I suoi genitori, ne sono sicuro, non hanno trovato un aiuto o qualche buona parola: il silenzio che circonda ogni giorno le donne che percorrono i corridoi senza anima delle cliniche abortiste.

 BludentalLei ci fa capire che le conseguenze del male non toccano solo chi lo vive in prima persona, ma si trasmettono anche dai genitori ai figli, spesso inconsciamente. Sicuramente non sono state solo quelle parole di sua madre a causarle tanta sofferenza, ma anche le infinite percezioni di disagio che la sua psiche ha registrato durante la sua relazione con i genitori. Anche sua madre ha sofferto molto, in silenzio, durante tutta la sua vita. E la sofferenza è penetrata anche nel suo cuore di figlio che ancora sanguina.

Legga la psicologa francese Nathalie Zajde: si è occupata del modo in cui il trauma esperito dai sopravvissuti ai genocidi del ‘900 (dalla Shoah al Rwanda) si è trasmesso inconsciamente ai loro figli. Ci sono importanti analogie tra quei drammi e il suo: anche l’aborto è lo sterminio di milioni di esseri umani innocenti, e la nostra psiche profonda lo sa, anche se avviene nascosto negli ospedali, come nascosto era l’inferno dei campi di concentramento. Anche lei, se ci pensa bene, è un “salvato” rispetto ai “sommersi”: i suoi due fratelli. Forse lei è sopravvissuto, come Levi o come l’antico marinaio di Coleridge, proprio per raccontare la sua storia dolorosa, ed evitare questo male ad altri uomini, donne e bambini.

Antonello Vanni

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

 

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