12/12/2024 di Giuliano Guzzo

Manovra: ecco le misure per famiglia, figli e natalità

Non è ancora definitiva né è stata approvata, ma della nuova legge di Bilancio 2025 – presentata nei giorni scorsi dal governo italiano e ora oggetto del dibattito politico – si può senza dubbio dire che conosciamo il grosso dei contenuti, dei punti di forza e dei limiti, degli interventi che possiamo salutare positivamente e di altri che, forse, avrebbero potuto essere calibrati in forma quanto meno più generosa. Per quanto concerne chiunque abbia a cuore i valori non negoziabili, e in realtà lo stesso futuro dell’Italia, i passaggi più interessanti della nuova legge di Bilancio 2025 sono senza dubbio quelli relativi alla natalità e alla famiglia.

La Carta per i nuovi nati

A questo riguardo, il testo diffuso contiene diverse novità degne di nota sul fronte delle nuove nascite, dei congedi parentali, della conciliazione tra famiglia e lavoro e degli asili nido. Una novità interessante, per iniziare, è quella della Carta per i nuovi nati. Si tratta di un contributo di 1.000 euro riservato ai bambini che verranno alla luce il prossimo anno e alle famiglie con un Isee non superiore a 40.000 euro. Unitamente all’assegno unico, il bonus rappresenta un ulteriore sostegno economico, che si annuncia particolarmente utile ad affrontare le spese iniziali legate alla nascita di un figlio. Volendo fare una stima complessiva, ciò significa che le famiglie con bambini nati nel 2025 potranno beneficiare di un sostegno complessivo fino a 4.600 euro. Non è tutto. Per i figli con età inferiore a un anno è infatti prevista una maggiorazione del 50%, quindi per le famiglie maggiormente in difficoltà che ricevono oggi 300 euro per ogni neonato, che in un anno fanno, in totale, 3.600 euro.

I congedi e le detrazioni per lavoratrici e asili nido

Sempre il prossimo anno, nella legge di Bilancio 2025 troviamo da un lato una conferma degli sgravi contributivi alle lavoratrici con due figli - in scadenza a fine 2024 e che vengono estesi pure alle lavoratrici autonome -, dall’altro si ha una operazione di rafforzamento dei congedi parentali. Più precisamente, nel pacchetto di misure per favorire la conciliazione dei tempi lavorativi con le esigenze familiari, i mesi indennizzati all’80% salgono a tre (quest’anno sono due) e diventano strutturali. La manovra di Bilancio prevede poi rilevanti novità anche sul fronte del bonus asilo nido, con l’eliminazione del requisito di avere un altro figlio di età inferiore ai 10 anni per poter accedere al contributo. Ciò significa che, a partire dal prossimo anno, tutte le famiglie con un Isee fino a 40.000 euro potranno beneficiare del bonus per i propri figli, con chiaramente variazioni di questa agevolazione in base alla fascia di reddito familiare. Infine, per quanto concerne le detrazioni fiscali, il Governo mira al riordino delle agevolazioni. A questo proposito, va sottolineato come nel computo delle detrazioni si terrà conto del quoziente familiare del numero dei familiari a carico; vale a dire che più numerosi sono i componenti della famiglia e minore è il reddito di riferimento, maggiori saranno le detrazioni.

Ancora tanto da fare

Ora, staremo a vedere quali provvedimenti conterrà effettivamente la nuova legge di Bilancio 2025 una volta che sarà approvata in via definitiva dal Parlamento, dunque al netto di emendamenti e ritocchini qui e lì. Sicuramente di passi in avanti - soprattutto rispetto al passato e rispetto ai precedenti Esecutivi - ne sono stati fatti, ma ci sentiamo in dovere di dire che non basta. Che la strada da fare è ancora tanta. Al di là dei singoli bonus e delle nuove misure, infatti, per tutelare davvero le famiglie italiane e per incentivare le nascite, combattente l’annoso inverno demografico, l’Italia ha bisogno prima di tutto e soprattutto di una riforma dell’intero sistema, tanto economico e finanziario (per esempio staccandosi sempre di più e poi definitivamente dal vincolo dell’Isee) quanto culturale. C’è bisogno, quindi, di arrivare al punto che incentivi, sgravi, bonus e finanziamenti per le famiglie, per chi fa figli, per chi ne ha o ne vuole avere molti, non siano più misure eccezionali o “una tantum”, ma rientrino a pieno titolo nelle iniziative economiche e finanziarie strutturali dell’intero bilancio statale.

 

 

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