Reggie Littlejohn, presidente dell’Associazione Internazionale Women Rights Without Frontiers (diritti delle donne senza frontiere), ha presentato una denuncia presso la Commissione delle Nazioni Unite per la Condizione delle Donne (UNCSW) contro il governo comunista cinese per l’applicazione della sua crudele politica del figlio unico.
La denuncia elenca numerosi casi di abusi e violenze contro le donne in Cina, durante lo scorso anno. Fra questi:
-Nella provincia dello Shandong, la giovane Liu Xinwen, è stata trascinata fuori dalla sua casa nel mezzo della notte da 20 funzionari della Pianificazione Familiare. La donna è stata malmenata ed obbligata ad abortire al sesto mese di gravidanza;
-Nella provincia di Hebei un agricoltore si è suicidato bevendo pesticida dopo aver avuto una lite con i funzionari della Pianificazione Familiare riguardo ad esose multe apparentemente dovute perché lo stesso non aveva rispettato la politica del figlio unico. Dal momento che l’agricoltore non aveva soldi per pagare le ammende, i funzionari hanno confiscato 3,5 tonnellate di mais che rappresentavano tutto il risparmio della famiglia. Disperato, l’uomo si è suicidato;
-Nello Xinjiang, quattro donne uigure sono state costrette all’ aborto forzato, una delle donne era al nono mese di gravidanza;
-Nella provincia di Guizhou, un altro agricoltore e padre di quattro figli si è anche suicidato perché non poteva permettersi di pagare le multe;
– Nella città di Guangzhou, nella provincia del Guangdong, le autorità hanno arbitrariamente smesso di accettare nuovi bambini nel “baby hatch” dove i genitori possono lasciare i loro figli non voluti, nell’anonimato (come le nostre ruote degli esposti del Medio Evo).
La politica del figlio unico in Cina, che causa migliaia di sterilizzazioni ed aborti forzati, continua imperterrita, nonostante le recenti dichiarazioni del Governo.
Lo stesso vicedirettore della Commissione per la Pianificazione Familiare, Wang Pei’an, ha dichiarato all’agenzia di stampa cinese, Xinhua, che i recenti cambiamenti alla politica del figlio unico non sono sostanziali.
Dove sono le nostre femministe?
Antonio Brandi
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