07/04/2025 di Luca Marcolivio

Evangelium vitae. Gandolfini: «Difendere la Vita, un compito sociale, antropologico e filosofico»

Il 20° anniversario della nascita al Cielo di San Giovanni Paolo II - lo scorso 2 aprile - è seguito di pochi giorni al 30° dalla pubblicazione di Evangelium vitae, una delle più importanti encicliche proprio del papa polacco. Uscito il 25 marzo 1995, il documento pontificio guardava avanti anni luce e intravedeva all’orizzonte tutte le derive antropologiche che hanno caratterizzato il trentennio successivo, dalla fecondazione artificiale all’eutanasia.

Il Convegno a 30 anni dall’Evangelium vitae

All’Evangelium vitae, oltretutto, lo scorso 25 marzo, è stato dedicato un convegno alla Camera dei Deputati, in cui il mondo della politica si è messo a confronto con uomini di scienza, giuristi ed ecclesiastici. Sono stati presenti, tra gli altri, il presidente del Movimento della Vita, Marina Casini, il procuratore della Repubblica di Avellino, Domenico Airoma, il giornalista e storico Marco Invernizzi, e il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova, già presidente della Conferenza Episcopale Italiana e della Conferenza Episcopale Europea. Significativo, in modo particolare, l’intervento dell’ex parlamentare – di formazione laica e socialista – Maurizio Sacconi, che, nel 2009, in qualità di ministro della Salute, firmò il cosiddetto “decreto salva-Eluana”, che avrebbe potuto impedire la morte per fame e per sete di Eluana Englaro e che, tuttavia, l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si rifiutò di firmare, aprendo le porte al primo vero caso di eutanasia de facto in Italia.

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Gandolfini: «ancora troppo silenzio sul tema Vita»

«Siamo rimasti molto soddisfatti perché la partecipazione è stata numerosa ma soprattutto altamente qualificata in quanto c’erano persone che, a vari livelli e a diversi gradi, occupano diciamo incarichi di rilevanza nella struttura culturale del nostro Paese», spiega a Pro Vita & Famiglia, il neurochirurgo Massimo Gandolfini, portavoce del Family Day, un altro dei relatori al dibattito alla Camera, e uno dei due portavoce (insieme a Maria Rachele Ruiu) della Manifestazione Nazionale “Scegliamo la Vita”, che quest’anno si terrà a Roma il 10 maggio. Aggiunge Gandolfini: «Personalmente, sono davvero molto contento perché abbiamo, in un certo senso, smascherato i veli di silenzio e di oscurità che ricoprivano il tema della vita e sappiamo bene come oggi, nella cronaca quotidiana, siamo alle prese con un altro tentativo di ledere gravemente il valore della dignità della vita umana, con la legge sul suicidio medicalmente assistito». Aver messo insieme le migliori menti del mondo pro life, prosegue Gandolfini, «naturalmente non è stata una tappa di arrivo ma, semmai, una tappa di partenza per incoraggiarci fra di noi ancora di più a sostenere il valore della dignità della vita di ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale».

Difendere la Vita è un compito sociale, oltre che antropologico

Entrando nel merito della Evangelium Vitae, «la consideriamo un’enciclica di valore assolutamente sociale», sostiene Gandolfini. «È sbagliato ritenerla un documento di carattere antropologico, di carattere teologico o dottrinale. È un’enciclica sociale perché mette in evidenza il problema fondamentale sulla quale costruire una società che sia veramente civile, giusta, libera e in pace, come vuole la Carta della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo». L’Evangelium vitae, infatti, «tutela e difende la vita, mettendo in evidenza tutti i rischi e i danni che si possono produrre contro la vita stessa e quindi contro la società». Quindi, secondo Gandolfini, «va sottolineato con forza questo concetto: l’Evangelium vitae è un’enciclica nel solco della Rerum Novarum, della Centesimus annus, della Populorum Progressio, per il semplice fatto che tratta la difesa e la promozione della vita, quindi ha un valore eminentemente sociale».

«Poi, certamente, a latere», osserva il neurochirurgo, «c’è anche un valore di tipo filosofico, teologico, antropologico, ma fondamentalmente è questa la ragione per la quale abbiamo voluto ricordare i trent’anni della promulgazione di questa enciclica. Come popolo della vita, noi la consideriamo come una pietra miliare nella dottrina nel magistero della Chiesa, che da sempre, ovviamente, è a favore della vita ma che, in questo caso, ne tocca praticamente tutti gli aspetti alla luce dei quali la vita può essere danneggiata e negata. Essi vengono affrontati con estrema lucidità, con estrema chiarezza da un duplice punto di vista: un punto di vista strettamente laico e direi scientifico e un punto di vista, invece, di ordine religioso e cristiano. Per queste ragioni», conclude Gandolfini, «la Evangelium vitae è una pietra miliare nel percorso della storia della Chiesa nella difesa della vita».

 

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