Il sito americano di news online LifeSiteNews ha reso pubblica la terribile testimonianza di una donna obbligata dalle autorità ad abortire. Come si sa, solo nelle ultime settimane il paese asiatico ha finalmente deciso, anche se solo in alcuni casi, di cambiare la legge che dalla fine degli anni 70 obbligava i cittadini ad avere un solo figlio, per limitare il problema della sovrappopolazione. Per applicare la legge, non si è mai esitato ad arrivare anche a sistemi drastici, come uccidere il bambino anche ai nove mesi di gravidanza, con una iniezione letale. Ed ecco il caso di Gong Qifeng, obbligata nel novembre 2011 ad abortire al settimo mese di gravidanza. Condotta in ospedale, le fu iniettata una dose di veleno nell’addome: il bambino che portava in grembo morì solo dopo 35 ore di terribili dolori. Gong, 25 anni di età, dice che il dolore subito produsse in lei una malattia mentale, per via della quale si sentiva ridotta a “un cadavere ambulante”, del tutto incapace di provare alcuna emozione. Da quel momento, la donna ha provato paura nei confronti di qualunque essere umano, cosa che si aggravava se si trovava a incontrare per strada un membro delle forze dell’ordine, quegli uomini che l’avevano brutalmente prelevata da casa e condotta in ospedale ad abortire, così come ad avere esplosioni di violenza contro i membri della sua famiglia altenrati a momenti di mutismo. L’anno scorso a Gong è stata diagnosticata una schizofrenia mentale. Il marito ha cercato di ottenere un risarcimento economico per via della malattia, ma le autorità dissero che l’aborto forzato non ne era la causa. In seguito sono stati resi noti particolari orribili dell’aborto forzato, che certamente invece giustificano la conseguente malattia della donna, un caso simile a quello di un’altra donna il cui figlio venne estratto dal suo ventre a pezzi mentre lei era completamente sveglia e poteva vedere tutto. In Cina, secondo un rapporto di Human Rights, il numero di donne che commettono suicidio è aumentato da 500 a 590 al giorno, gran parte delle quali si uccidono dopo aver avuto un aborto forzato. Tornando al caso in questione, sarà praticamente impossibile che Gong ottenga alcun risarcimento dato che le donne in attesa di un secondo figlio sono considerate delle criminali che hanno trasgredito la legge.
Fonte: Il Sussidiario