Le deposizioni degli specialisti a favore della proposta di legge Franks per vietare le Ivg oltre la ventesima settimana di gestazione. E il deputato mostra le foto dei bambini uccisi
Dopo il processo del medico abortista Kermit Gosnell e i numerosi casi simili emersi in seguito, la verità sulla pratica dell’aborto negli Stati Uniti sta uscendo allo scoperto dopo quarant’anni dalla legalizzazione. Per questo Trent Franks, deputato repubblicano, ha proposto di estendere a tutta la nazione una legge per proteggere i bambini non nati ora vigente nel Distretto di Columbia. Se la norma passasse l’aborto sarebbe vietato oltre la ventesima settimana di gravidanza in tutti gli Stati Uniti. Le testimonianze a favore della proposta di legge Franks riportate venerdì scorso davanti al Congresso americano sono scioccanti.
LA REGOLA. Gli interventi di medici ed esperti hanno confermato che il caso di Gosnell non è un’eccezione ma la norma. Fra i primi a parlare c’è stato Anthony Levantino, ex abortista che tra il 1981 e il 1985 ha praticato 1.200 aborti, di cui 100 oltre la 24esima settimana di gravidanza. «Immaginate di essere un ginecologo pro choice come lo ero io», ha cominciato il medico. «La vostra paziente è alla 24esima settimana di gravidanza. Se riusciste a vedere il bambino, come mostra l’ecografia, lo vedreste grande, dalla testa al sedere escluse le gambe, una volta e mezza la vostra mano». La paziente, ha ricordato Levantino, sente il figlio scalciare da due mesi, «ma ora è addormentata in sala operatoria e voi siete lì per risolvere il suo “problema”». Il medico ha poi mostrato un forcipe d’acciaio lungo 33 centimetri: «Serve a prendere e distruggere i tessuti. Il bambino può essere in qualsiasi posizione dentro il ventre materno. Immaginatevi di raggiungerlo con il forcipe e di afferrare tutto quello che potete (…), una volta che avete preso qualcosa, lo comprimete con la morsa e tirate forte, molto forte». Levantino si è soffermato a descrivere nei dettagli un’operazione faticosissima in cui il bambino viene tirato fuori dall’utero pezzo per pezzo. La testimonianza è durissima, «queste procedure sono semplicemente brutali», ha continuato il medico, e «questo è ciò che avviene normalmente e che la vicenda di Gosnell ha solo messo in luce».
IL DOLORE. Insieme al medico ha poi parlato Maureen Condic, professore associato di Neurobiologia e di Anatomia all’Università dello Utah, spiegando che i bambini iniziano a sentire dolore «dall’ottava settimana di gestazione». La professoressa, autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, ha poi precisato che «il primo nucleo del sistema nervoso si forma dopo 28 giorni dalla fecondazione. Qui il cervello primitivo è già formato». Il che significa che anche nei primissimi giorni «il cervello c’è e non è un ammasso di cellule insensato». Condic ha chiarito che il primo circuito neuronale di risposta al dolore è presente già all’ottava settimana. Il bambino dunque prova dolore molto presto ed «è universalmente riconosciuto che nei primi tre mesi di gravidanza può già sentire male». La neurobiologa ha concluso: «Fare male a qualunque creatura umana è una crudeltà. E ignorare il dolore sperimentato da un altro essere umano, per qualsiasi ragione, è una barbarie».
Continua a leggere l’articolo pubblicato da Tempi
di Benedetta Frigerio